Il welfare di Tondo: fai da te, se ce la fai

(dal Piccolo, Regione) TRIESTE «Nei prossimi due anni il Servizio sanitario regionale perderà 2.400 persone». Alessandro Baldassi denuncia i numeri in picchiata effetto del blocco del turnover. Il taglio, pesante, «è certificato nei commi dell’articolo 42 quater». Secondo il segretario regionale della Cgil funzione pubblica «in poco più di dieci righe, Renzo Tondo, Vladimir Kosic e Andrea Garlatti inaugurano la stagione dei diritti fondamentali “fai da te, se ce la fai”».
Citando Blade Runner – ”Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare” -, Baldassi mette sotto accusa le norme “ammazza diritti sociali”, quelle che in sanità e nel comparto unico prevedono solo due assunzioni ogni dieci uscite dal lavoro. «Che fine faranno le prestazioni date ai cittadini dagli otto non sostituiti?», chiede la Cgil. Le famiglie normali, quelle che non hanno i soldi per rivolgersi al privato, insiste Baldassi, «dovranno rinunciare ad asili, assistenza, cure, risposte ai bisogni assistenziali?».
Gli effetti del provvedimento scritto in Finanziaria «sono dirompenti». Baldassi ha fatto i conti: la sanità regionale perde per cessazione circa 1.300 operatori all’anno. «Premesso che amministrativi e professionali non vengono sostituiti per nulla, un ricambio al 20 per cento per i ruoli sanitari e degli Oss determina una riduzione di 1.100-1.200 dipendenti all’anno. Il risultato finale è che nel biennio 2010-2011 le corsie degli ospedali, i distretti, il territorio perderanno 2.400 addetti, vale a dire circa il 12 per cento in meno rispetto a oggi: un buco enorme nei servizi e nei turni, all’interno di un organico già all’osso». Il pericolo? «Un allungamento chilometrico dell’attesa per esami e cure». Ma non basta. Nello stesso articolo 42 Baldassi denuncia anche un altro “diktat” della giunta. Regione, Province e Comuni trovano rispetto alla regola del 20 per cento un altro pre-sbarramento, «che porterà alla perdita di altre centinaia di lavoratori». Al comma 15 si legge infatti che gli enti locali potranno assumere personale non prima di aver verificato se i servizi erogati dagli uscenti possono essere affidati all’esterno. «In questo modo – attacca ancora la Cgil – i sindaci sono di fatto commissariati da una Regione che impone la strada dell’abbandono del servizio pubblico diretto e il passaggio a una gestione esterna e privata dei servizi. Al posto di Dipiazza, Honsell, Bolzonello e Romoli, decide Tondo. Con tanti saluti al federalismo».
E’ il calo delle entrate? «No – conclude Baldassi -. E’ una scelta ideologica che favorisce i privati e il business, a cominciare da sanità e assistenza». Che fare? « La Cgil-Fp chiede che norme che soffocano i diritti dei cittadini siano tolte rapidamente di mezzo. Altrimenti, assumeremo ogni iniziativa a difesa dello stato sociale, auspicando che siano con noi anche gli altri sindacati, i sindaci, le associazioni degli utenti e le forze politiche».
Marco Ballico