Combattere la violenza sulle donne, Fp Cgil in campo

La violenza sulle donne per mano di mariti, compagni attuali o lasciati, prosegue in un susseguirsi di notizie terribili e angoscianti. Il senso del possesso dell’uomo, in questa nostra radicata cultura patriarcale, continua a mietere vittime.
Il caso di Giulia ha provocato un dolore e una partecipazione, anche mediatica, enorme. Forse l’abbiamo sentita ancora più vicina perché giovane, attiva, vicina a traguardi importanti e inoltre il suo corpo è stato trovato proprio nel nostro territorio. E c’è un nome per tutto ciò, riconoscendo che è la cultura ormai millenaria del patriarcato che permette e alimenta queste violenze tremende e continue nei confronti delle donne.
Ma si può e si deve lottare con forza per cambiare lo stato delle cose, senza perdere tempo. Le 130 donne uccise all’anno con i femminicidi lo richiedono con forza, ma anche tutte le altre violenze fisiche, psicologiche ed economiche subite dalle donne per mano degli uomini, soprattutto all’interno della famiglia.
Serve educare gli uomini, chiarendo loro il concetto fondamentale che le donne sono persone autonome che scelgono, amano, possono cambiare idea, ricambiarla ancora, lavorare e guadagnare più del compagno senza rischiare le botte e la vita. Serve lavorare sulla formazione, nelle scuole, con i corsi di educazione al rispetto del consenso e di genere, con competenze specifiche di chi sa cos’è la violenza maschile sulle donne, coinvolgendo i Centri antiviolenza, le donne e gli uomini che studiano e portano contributi importanti sulle conseguenze del patriarcato nelle culture e nelle vite delle persone.
Le donne della Cgilhanno scritto al ministro Valditara, sostenendo che non può essere il professor Amadori (da lui individuato quale capo del progetto formativo nelle scuole) il responsabile di questo progetto perché costui sostiene (e scrive) che la violenza la fanno anche le donne, senza distinguere la questione. Questo  progetto, invece, deve aiutare gli studenti a conoscere e riconoscere la violenza di genere ed a contrastarla, sapendo cos’è la violenza maschile sulle donne e non pensando  che si tratti solo di un fenomeno di violenza sia degli uomini che delle donne, svilendo e rafforzando la cultura qualunquista, purtroppo già  troppo  imperante.
Il 17/11 abbiamo appena fatto uno sciopero, scendendo in piazza come FP CGIL anche per chiedere di non distruggere la sanità  pubblica, e questo riguarda anche i consultori familiari, servizi importantissimi nati negli anni settanta con l’impegno e le battaglie politiche delle donne, delle femministe e che sempre più sono depotenziati, sia in termini di personale che di risorse. Stanno nascendo comitati a favore dei consultori, a Trieste ce n’è uno molto forte che sta facendo una battaglia dura e precisa per bloccare la politica in corso di smembramento e svalorizzazione dei consultori cittadini.
E andando verso il 25/11, giornata di lotta e contrasto alla violenza maschile contro le donne, sosteniamo che #siamo qui per restare! nei servizi pubblici, in quelli privati, a fianco delle donne vittime di violenza, di mobbing, nei posti di lavoro, nelle Rsu, nelle scuole. Insomma, in tutti i posti di lavoro, ma anche nelle comunità  territoriali, per azioni di lotta, sorellanza e vicinanza.
Per la segreteria regionale Fp Cgil
Daniela Longo