Spending review, scatta la protesta in Fvg

Via alla mobilitazione contro la spending review. La protesta dei sindacati del pubblico impiego contro i tagli al personale scatta anche in Friuli Venezia Giulia, con i primi presidi che partiranno la prossima settimana davanti alle prefetture (il 24 luglio a Trieste e il 26 a Udine, sempre dalle 10 alle 12) e ai principali ospedali. L’annuncio è stato dato a Udine da Mafalda Ferletti, Pierangelo Motta e Luciano Bressan, segretari regionali di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, nel corso dell’attivo unitario dei delegati delle rispettive organizzazioni.
«Ancora una volta si impongono misure indiscriminate e inefficaci che creano grave danno a lavoratori e cittadini», dichiarano i tre segretari, che definiscono inaccettabile il taglio del 10% agli organici delle amministrazioni. Quanto al numero dei lavoratori a rischio in regione, al momento sono possibili soltanto stime provvisorie. La quota del 10% riguarda infatti le funzioni centrali – cioè ministeri,
analabasia.comagenzie fiscali e parastato, che in Fvg dannocheap fake rolex lavoro a oltre 5.000 lavoratori – e non il comparto Regione-enti locali, sul quale sarà  effettuato un monitoraggio finalizzato a riallineare gli organici rispetto alla media nazionale, e la sanità , dove i tagli saranno legati al rapporto posti-letto/abitante.
I sindacati non ci stanno e denunciano la logica del decreto: «La pubblica amministrazione – dichiarano Ferletti, Motta e Bressan –  va cambiata, ma non lasciando a casa i lavoratori: i veri bersagli del Governo dovrebbero essere gli sprechi, l’abuso degli appalti e la disorganizzazione. Ecco perché scenderemo in piazza anche in Fvg per protestare contro i tagli lineari e per chiedere una riorganizzazione concertata degli enti e dei servizi pubblici, come definito nell’intesa firmata a maggio dai sindacati».
Cgil, Cisl e Uil contestano in particolare la mancanza di selettività  nei tagli, che non tengono conto delle specificità  delle diverse amministrazioni, di quelle che hanno già  subito
longchamp pas cher riduzioni di personale o di quelle che sono sottoposte ai patti di stabilità  o alle norme del patto per la salute. In diversi settori, come gli enti previdenziali e le autonomie locali, si rischia addirittura la paralisi organizzativa. In molti altri, come ministeri e aziende sanitarie, una riduzione secca dei servizi. Il problema, dunque, è anche di equità . Quanto al ricorso alla mobilità  tra i diversi enti, necessario per limitare l’impatto dei tagli, dovrà  essere discusso col sindacato e non calato dall’alto.
«Nessuna valorizzazione delle specificità , delle competenze e delle professionalità  – denunciano ancora Ferletti, Motta e Bressan – e nemmeno l’ombra di una riorganizzazione: solo il rischio di una voragine nel sistema di welfare, anche in FVG, una regione dove in termini di riduzione occupazionale i lavoratori del pubblico hanno già  dato molto». Il problema non riguarda soltanto i posti di lavoro persi, ma
replica ray bans ovviamente anche il livello dei servizi offerti ai cittadini. A partire dalla sanità , con la soppressione di centinaia di posti letto, ma senza dimenticare l’eliminazione di presidi quali i tribunali, le prefetture e le questure.
I sindacati, infine, puntano il dito contro la «contrapposizione strumentale tra pubblico e privato« e chiedono un significativo cambiamento del provvedimento in Parlamento, in sede di conversione del decreto in legge. «I tagli devono essere dirottati sulle consulenze, sulle esternalizzazioni e sugli appalti poco trasparenti, che costituiscono la vera zavorra della spesa pubblica. Se vogliamo riuscire a modificare anche questi provvedimenti ingiusti, come spesso siamo riusciti a fare nel passato anche recente, è importante che ogni regione e ogni territorio aderiscano alla mobilitazione».