Sanità , si aggrava l’emergenza personale

La Sanità regionale si sta muovendo su una specie di “doppio binario”. Su un binario è finalmente partita la riforma del sistema sanitario.
Il documento dell’assessore Telesca traccia infatti le fondamenta e le linee di una sanità rinnovata. Il nostro attuale modello di sanità è fermo infatti ad un’organizzazione di vent’anni fa e va adeguato ai bisogni del presente e del prossimo futuro. Il calo delle nascite e la crescita dell’aspettativa di vita causano un aumento delle malattie croniche che , assieme ad altri fattori, richiedono un profondo cambiamento : prioritari diventano lo sviluppo della prevenzione e della riabilitazione, il potenziamento dell’attività territoriale, la revisione e qualificazione della rete ospedaliera.
Naturalmente le linee ed i principi della proposta dell’assessore andranno verificati lungo il percorso applicativo , ma si tratta certamente di una buona impostazione di partenza che può farci recuperare gli anni di “riforma zero” dell’epoca precedente.
Ma se il treno della riforma è partito bene, a preoccupare è invece quello che accade sull’altro binario: quello del personale.
Su quel binario il treno è partito innestando la retromarcia. I primi tre mesi del 2014 registrano una perdita di ben 115 unità di personale in servizio. E’ un dato davvero preoccupante. Se questo trend fosse confermato anche nei restanti mesi dell’anno , a fine 2014 rischieremmo di essere sotto di quasi 500 operatori. Ma non basta. Va messa purtroppo in conto anche l’uscita dal sistema sanitario regionale di circa 80 precari avvenuta nel solo mese di dicembre 2013.
Una situazione insostenibile per il personale e per gli utenti. La retromarcia del treno ha almeno tre origini:
– il taglio di inizio 2014 di un centinaio di milioni dello stanziamento assegnato alla sanità ;
– la “timidezza” nell’ affrontare di petto il problema della eliminazione di “doppioni” presenti all’interno di una serie di aziende;
– la mancata stabilizzazione di centinaia di precari che offrono servizi stabili ed essenziali alla popolazione.
Per invertire la marcia i tre nodi vanno sciolti.
UNO. Nei confronti dei precari deve essere avviata una “grande operazione concorsuale ” di stabilizzazione che dia un lavoro sicuro alle giovani generazioni e prestazioni stabili ai cittadini. A questa Giunta chiediamo di andare oltre ai limiti ( troppi ) della stabilizzazione prevista dal Governo Letta.
DUE. La questione “doppioni” và affrontata a tutta velocità sia per recuperare risorse da investire nei punti critici sia per dare il segnale che la riforma si fa senza timore di toccare interessi e centri di potere.
TRE. E’ urgente dare ossigeno alle Aziende aumentando in modo robusto le risorse economiche loro assegnate, indirizzandole ad assunzioni di nuovo personale nei reparti e nei distretti. L’occasione giusta per farlo si presenta adesso con la manovra di assestamento della Legge Finanziaria regionale.
Giugno e Luglio quindi saranno un passaggio decisivo per la nostra Sanità . Il treno delle riforme dovrà dare forma e sostanza alla buona partenza ed il treno del personale dovrà affiancare e sostenere quello delle riforme. Solo assieme si arriva alla stazione della Buona Sanità .
Alessandro Baldassi (responsabile Sanità Cgil Funzione Pubblica Fvg)