Rsu, nessuna interpretazione legislativa può impedire ai lavoratori di votare
Il 30 agosto si è svolto presso l’Aran un ulteriore incontro finalizzato a definire procedure e calendari per il rinnovo delle Rsu nelle pubbliche amministrazioni e nei settori della conoscenza, secondo quanto prevede lo stesso decreto Brunetta nella parte con la quale si rinviavano a novembre 2010 le elezioni delle Rsu del 2009 nel settore della scuola.
Il segretario generale della Cgil con la nota del 14 luglio si era avvalso, a norma di legge, della facoltà di indire le elezioni delle Rsu e sulla base di questa richiesta in sede Aran occorreva ed occorre avviare le procedure necessarie per poter votare entro novembre 2010, come prevede lo stesso decreto 150.
Il 30 agosto rappresenta, a norma del regolamento elettorale attualmente vigente, l’ultima data utile per effettuare le votazioni nei tempi previsti dalla legge (novembre 2010). Nel corso dell’incontro
In sostanza
La posizione delle altre organizzazioni sindacali, al di là dei diversi accenti manifestati, si è sostanziata nel dichiarare pregiudiziale al rinnovo delle Rsu la soluzione di alcuni problemi aperti dal D.lgs 150/2009, sui quali, ad onor del vero, fino ad oggi non si erano sentite forti critiche. Innanzitutto la definizione dei comparti, delle aree di contrattazione e del regolamento elettorale; la definizione di una misura anche legislativa per definire un nuovo sistema di rilevazione della rappresentatività sindacale alla luce delle misure Brunetta fino ad arrivare alle modifiche al D.lgs 150/ 2009.
La sostanza è che la posizione di quasi tutte le altre organizzazioni sindacali porta al rinvio ad un tempo indefinito del rinnovo delle Rsu e anche a questo fine sollecita il Governo all’adozione di una misura legislativa per la proroga delle Rsu attualmente in carica. Si è avuta la sensazione e il ragionevole dubbio che in qualche passaggio la ribadita importanza delle Rsu fosse in contraddizione con l’insieme e la qualità delle misure richieste considerate pregiudiziali al rinnovo stesso.
L’ Aran, nel prendere atto delle posizioni, non assume nessuna decisione e si è limitata a verbalizzare le diverse argomentazioni delle organizzazioni sindacali in un apposito verbale (All. 2) da inviare ai comitati di settore per avere da questi “lumi” su come procedere e a convocare per il giorno 7 p.v. un nuovo incontro finalizzato a definire comparti ed aree di contrattazione.
E’ chiaro che, a norma del regolamento vigente che prevede che entro 3 mesi dalla data prevista per le elezioni si debba definire un calendario, esiste un forte rischio che la data di novembre slitti, ma, stante la discussione e una sorta di atteggiamento notarile dell’ Aran, il rischio più forte è quello di un rinvio sine die delle elezioni. Abbiamo ribadito anche ieri con un comunicato Stampa la nostra ferma contrarietà ad ogni ipotesi di questo genere.
Assumeremo già nei prossimi giorni unitamente alle categorie della Funzione pubblica e della Conoscenza tutte le ulteriori iniziative necessarie, a partire dalla mobilitazione dei lavoratori, per impedire che questo disegno possa avere successo e che si possa tornare ad una rappresentatività derivante dal riconoscimento da parte dai datori di lavoro e non dal voto democraticamente espresso da tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Nicola Nicolosi e Michele Gentile (Cgil nazionale)
ALLEGATI
– la lettera di Epifani all’Aran
– il verbale dell’incontro del 30 agosto con l’Aran
– Rsu, il comunicato della segreteria nazionale Cgil (31 agosto)