Pubblico impiego, la Cgil si ferma anche contro la Giunta

Stabilizzare i lavoratori precari, difendere i servizi pubblici e lo stato sociale, sostenere i rinnovi contrattuali a livello nazionale e in regione. Queste le ragioni dello sciopero del pubblico impiego proclamato oggi in tutta Italia dalla Fp-Cgil, nella stessa giornata in cui si sono fermati, sempre su iniziativa della Cgil, anche i lavoratori della scuola, dell’università e della ricerca. Con i dipendenti dello Stato, del parastato e delle aziende pubbliche, la protesta ha coinvolto anche i 19mila lavoratori della sanità regionale e i 16mila del comparto unico Regione-Anti locali, mobilitati per chiedere il rinnovo dei rispettivi contratti.
Oggi, in occasione dello sciopero, si è concluso il “tour per il comparto unico” dei camper Fp-Cgil, che negli ultimi dieci giorni ha toccato decine di Comuni e di amministrazioni locali del Friuli Venezia Giulia. In mattinata i rappresentanti della categoria hanno incontrato il Prefetto di Udine Ivo Salemme, il sindaco Furio Honsell e il presidente dell’Anci Gianfranco Pizzolitto, ai quali hanno ribadito la richiesta di rinnovare i contratti. Solidarietà ai lavoratori è stata espressa in particolare da Honsell, che ha duramente criticato il blocco delle assunzioni negli Enti locali deciso dalla Giunta regionale, scelta che secondo il sindaco del capoluogo friulano segna una grave lesione dell’autonomia dei Comuni. Esauriti gli incontri ufficiali, la protesta della Fp-Cgil si è conclusa nella sede udinese della Regione. «La nostra protesta contro la Giunta – dichiara il segretario regionale della Fp-Cgil Alessandro Baldassi – non riguarda soltanto i contratti, ma anche il blocco delle assunzioni, una scelta che penalizzerà gravemente servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani».
L’adesione media allo sciopero, secondo Baldassi, è stata del 25-30% nelle amministrazioni statali e parastatali, con punte del 45% all’Inpdap di Udine. Negli enti locali i primi dati riguardano i comuni di Udine (25%), Codroipo (28%), Cervignano (35%), Lignano (25%), Monfalcone (50%), Ronchi (50%), il Consorzio isontino servizi integrati (40%), Cordenons (15%). Difficile invece calcolare il dato della sanità, soggetta ai rigidi vincoli che regolamentano lo sciopero nei servizi pubblici essenziali. 
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