Liste di attesa, l’emergenza si aggrava

Nell’Azienda Friuli Occidentale ci vogliono fino a
792 giorni per una visita oculistica in priorità  D, l’attesa più lunga
della sanità  pubblica regionale. Ma in Asugi si va a non meno di 89
giorni per una visita neurologica e a 82 per una ortopedica. Dati alti
se si tiene conto che parliamo di una priorità , la differita, in cui il
tempo di risposta della sanità  regionale non dovrebbe comunque superare i
30 giorni per le visite specialistiche e i 60 giorni per gli
accertamenti diagnostici.
La fotografia, aggiornata a metà  settembre, è
della Cgil Funzione pubblica. Monitorando il portale Sesamo, la
segretaria regionale Orietta Olivo parla di un «ritardo impossibile da
colmare senza assumere nuovo personale». Restando alla priorità  D, Asugi
sfora anche nella colonscopia (54 giorni di attesa minima), nella
risonanza magnetica encefalogramma (56), nella visita chirurgica
vascolare (71) e nell’ecodoppler tronchi sovraortici (78). L’Azienda
Friuli Centrale (AsuFc) fa attendere invece troppo la visita chirurgica
vascolare (63 giorni) e la neurologica (78), mentre AsFo viaggi con
tempi lunghi a sua volta nella chirurgica vascolare (77) e nella visita
ortopedica (76).Passando alla priorità  B, dove la risposta dovrebbe
essere garantita entro 10 giorni, Asugi fatica nella visita neurologica
(21), nell’ecodoppler tronchi sovraortici (13) e nella Rmn
encefalogramma (12), con punte massime per AsuFc nella visita
neurologica (53 giorni) e nella colonscopia (18) e per AsFo nella visita
ortopedica (27) e nella chirurgica vascolare (19). Il convenzionato dà 
un contributo. In Asugi bastano 4 giorni per prenotare una mammografia e
una visita chirurgica vascolare in privato sia in priorità  B che in D.
Solo 5, sempre nella Venezia Giulia, per una visita oculistica. E
addirittura un giorno per una radiografia dell’anca. Ma è il quadro
complessivo a preoccupare il sindacato. Perché i tempi minimi riguardano
strutture singole, ma nelle altre si va molto oltre le soglie (in Asugi
l’attesa massima per una visita neurologica è di 194 giorni, quasi
sette mesi).
Tra l’altro, dal precedente monitoraggio di luglio, quando
già  la risposta del Ssr entro i tempi massimi fissati dalla Regione, tra
pubblico e privato, non andava oltre il 20% medio in priorità  B e
viaggiava tra il 30% e il 40% in priorità  D, le code sono diventate più
lunghe. Con queste premesse, in una nota a firma Olivo e Andrea
Traunero, responsabile regionale sanità , la Cgil denuncia il rischio di
vedere «vanificati dall’assenza di interventi concreti da parte della
Regione per recuperare il ritardo accumulato nelle attività  “normali”,
sospese o rallentate a causa dell’epidemia, l’impegno del personale e i
grandi sacrifici fatti per fronteggiare il Covid».
Riccardo Riccardi, il
vicepresidente, preferisce non rispondere al comunicato sindacale. Un
testo in cui si riapre la questione delle assunzioni. «Tema di cui si
parla solo attraverso annunci a mezzo stampa – attaccano Olivo e
Traunero -. Parole, ma nel concreto il finanziamento alle Aziende
sanitarie, finito il picco emergenziale, ma in una situazione ancora non
di normalità , è evidentemente scarso. E c’è un problema di risorse,
probabilmente, anche dietro alla lentezza esasperante nel bandire nuovi
concorsi per infermieri, Oss, fisioterapisti, addetti alla prevenzione.
L’assunzione di personale amministrativo da parte dell’Arcs potrebbe
almeno accelerare le operazioni». Non rispondere «sarebbe una grave
reticenza non solo nei confronti dei lavoratori, ma di tutti i
cittadini« conclude la Cgil sottolineando pure i nodi dell’assenza di un
piano di riorganizzazione, dal territorio al domiciliare, del numero
chiuso per le lauree di medicina, della formazione degli Oss, delle
sospensioni senza sostituzione degli addetti non vaccinati. Tra le
difficoltà  dell’utenza c’è anche la prenotazione di un intervento di
cataratta. Lo rileva Simona Liguori, consigliera regionale dei
Cittadini, che ha depositato una interrogazione per conoscere le
tempistiche della riapertura, dopo un anno e mezzo, dell’ambulatorio di
Gemona, che garantisce il trattamento della patologia. «Si tratta di un
servizio di importanza fondamentale – rimarca Liguori – visto che quello
alla cataratta, che determina l’opacizzazione parziale o totale del
cristallino, è un intervento estremamente comune e che colpisce tre over
70 su quattro». (Marco Ballico)