In Fvg 52mila statali senza l’aumento di stipendio

C’è chi calcola che, in tre anni, un dipendente della sanità perderà 1.740 euro e chi 2.990 euro. C’è chi stima che un ”ministeriale” smarrirà 1.645 euro e chi 2.758. Ma, nonostante i conti non tornino alla perfezione, la batosta c’è. Innegabile: i dipendenti pubblici pagheranno un prezzo salato a Giulio Tremonti e alla sua manovra. E quelli del Friuli Venezia Giulia, nient’affatto ”protetti” dalla specialità, non potranno ribellarsi: sono quasi 68mila i dipendenti pubblici che, da Trieste a Udine, da Gorizia a Pordenone, si vedranno bloccare gli stipendi sino al 2012. E perderanno potere d’acquisto: «Ne risentirà l’intera economia del Friuli Venezia Giulia» denuncia la Cgil regionale della funzione pubblica.
I numeri, stavolta, sono quelli ufficiali dell’ultimo conto annuale della Ragioneria generale dello Stato: gli statali del Friuli Venezia Giulia, al netto di vigili del fuoco, forze dell’ordine e carabinieri ”salvati” dalle forbici tremontiane, sono 52.263. I regionali, i comunali e i provinciali confluiti nel comparto unico sono 15.549. E tutti, chi più chi meno, si vedranno alleggerire le buste paga. Proprio i dipendenti del comparto, come ricorda la segretaria regionale della Cgil funzione pubblica Mafalda Ferletti, potrebbero subire non solo il danno, ma anche la beffa: la manovra nazionale impone di congelare per tre anni le buste paga, prendendo a riferimento quelle del 2010, ma i 15mila e rotti del comparto unico sono ancora orfani del contratto 2008-2009. «E quindi, a causa dello stallo inspiegabile dei datori di lavoro, rischiano una doppia penalizzazione» lamenta Ferletti.
Sia chiaro: gli statali non staranno granché meglio, non dopo la cura del ministro al Tesoro. I 20.062 dipendenti della sanità del Friuli Venezia Giulia, ad esempio, dovranno mediamente rinunciare a 1.740 euro nel triennio: i mancati aumenti, come riportato su ”Repubblica”, sono calcolati in base all’Ipca, indice dei prezzi al consumo armonizzato, stimato all’1,8% nel 2010 e al 6% nel triennio. I 22.253 dipendenti della scuola, a loro volta, perderanno mediamente 1.740 euro: quasi 39 milioni di euro rimarranno nelle casse dello Stato. Ma la Cgil funzione pubblica nazionale rilancia: il sacrificio di docenti, bidelli e ausiliari sarà ben più alto. Varrà quasi 3mila euro a testa: 66,5 milioni di euro complessivi nel solo Friuli Venezia Giulia. Non è finita. I 3.122 dipendenti dell’Università perderanno mediamente 1.590 euro e i 2.843 dei ministeri 1.650 euro, mentre i 1.205 dipendenti degli enti pubblici non economici come Inps o Inail dovranno rinunciare a 2.040 euro, secondo i calcoli di ”Repubblica”, e addirittura a 3.145 euro, secondo quelli della Cgil.