Contratto, i sindacati: è una liberazione

(dal Messaggero Veneto, Regione) Lunedì Regione, Upi, Anci, Uncem e sindacati firmeranno il nuovo contratto del Comparto unico. «Alla fine con la buona volontà di tutti – sostiene l’assessore alla Funzione pubblica Andrea Garlatti – abbiamo raggiunto un accordo equilibrato e soddisfacente, positivo per amministrazioni, dipendenti e sindacati». E il via libera della Corte dei conti alla pre-intesa viene accolto dalle sigle sindacali con un sospiro di sollievo, quasi una liberazione. Un ok che ha messo la parola fine a una trattativa lunghissima, durata quasi tre anni, ma soprattutto travagliata: la frattura interna ai sindacati, i difficili rapporti fra le organizzazioni dei lavoratori e la controparte, in particolare la Regione, ma soprattutto la coincidenza con uno dei periodi più difficili della storia per l’economia del paese, e i tagli ai fondi disponibili, hanno reso il confronto un vero e proprio percorso a ostacoli, complicato anche dalla certificazione negativa della Corte dei conti, che lo scorso dicembre sembrava aver rimesso tutto in discussione.
Il percorso sarà chiuso ufficialmente lunedì, con la firma del contratto, permettendo così ai 16 mila lavoratori della Regione e degli enti locali di ricevere gli arretrati nel mese di marzo. Il contratto vale 19 milioni di euro, più 2,4 milioni di premi al personale: gli arretrati totali per i lavoratori vanno dai 2.800 ai 3.800 euro, ma calcolando gli anticipi già versati, ogni dipendente dovrebbe riceve a marzo dai 1.200 ai 1.400 euro. Gli aumenti medi ammontano invece dai 700 agli 800 euro l’anno. «Il contratto – ha commentato Pierangelo Motta della Cisl – era scaduto nel 2009 e quelli del Friuli Vg erano gli unici dipendenti pubblici in Italia a non avere ancora un il rinnovo. Spiace esserci arrivati con quattro anni di ritardo, ma l’importante è che si sia sbloccata una situazione che ha visto molte asperità durante il percorso».
Il contratto economico 2008/09, fra l’altro, è stato l’ultimo a sfuggire al blocco delle retribuzioni deciso dal precedente governo nazionale: fino a nuovo ordine le prossime trattative sindacali potranno trattare solo accordi giuridici e comunque a costo zero. «Finché non viene sbloccata la possibilità di discutere di soldi – ha confermato Mafalda Ferletti della Cgil – si potrà solo parlare di argomenti come risparmi, coperture del turnover e altro. Potremo però concentrarci su temi importanti, e di cui non è stato possibile discutere, come le relazioni sindacali, ai minimi termini attualmente, e l’organizzazione del lavoro. La cosa importante però – ha aggiunto Ferletti – è che, dopo tante fatiche, arrabbiature e trattative, con il mese di marzo i dipendenti potranno avere aumenti e arretrati in busta paga».
Accanto alla soddisfazione per il sospirato via libera non manca però anche qualche recriminazione: «Finalmente si è chiusa una vicenda trascinata per anni – ha commentato Riccardo Feruglio della Cisal – da chi, con miopia politica e non rispetto del lavoro del pubblico impiego, pensava di ottenere consensi. Ne è un esempio la dichiarazione di Alessandro Colautti (Pdl) che sbandiera come una conquista odierna importi che altro non sono che il dovuto per attività svolte dai lavoratori tre anni fa». Alessandro Martegani