Comparto, rivoluzione per 14mila

Maurizio Bait
Concorsi unici per ciascun profilo professionale, in modo da “pescare” da una sola graduatoria per coprire i fabbisogni di personale sia in Regione che negli Enti locali.

È una delle novità  più importanti che la Regione si appresta a introdurre con la legge di riforma del Comparto unico. Ne dà  notizia Mafalda Ferletti, segretario regionale della Funzione pubblica Cgil, che non nasconde il favore alla proposta dell’assessore Paolo Panontin pur puntualizzando che «le graduatorie non dovranno restare valide più di due, massimo tre anni». In caso contrario, infatti, «si andrebbero a reclutare persone troppo in basso nella graduatoria, a scapito della qualità  delle scelte». Non solo: si chiede una salvaguardia geografica dei vincitori: «Se uno di Pordenone viene chiamato al Comune di Ligosullo, deve poter rifiutare tale soluzione senza perdere il diritto a un posto», puntualizza il sindacato.
Il contratto dei 14mila. Mentre la Regione resta per ora abbottonata sui contenuti del disegno di legge, che ancora non è approdato sul tavolone della Giunta per un varo preliminare, il sindacato comincia a correggere il proprio tiro con una premessa strategica: «Questa legge dev’essere uno dei vertici di un triangolo equilatero con le Unioni comunali e il nuovo contratto del Comparto unico, che gli oltre 14mila addetti aspettano da 6 anni», rilancia Ferletti annunciando un pressing energico sul Governo del Fvg. Anche perché «il blocco così prolungato ha cristallizzato posizioni onerose e non ha premiato in alcun modo il merito». Ce n’è anche per la Delegazione trattante di parte pubblica: «Sono stati nominati a novembre e finora non hanno fatto nulla», attacca Ferletti. «Meno male per loro che non li pagano per obiettivi».
Aree uniche per dirigenti e quadri. Meno favore, dal punto di vista sindacale, viene riscosso dal progetto di istituire un’Area quadri, destinata a inglobare le cosiddette posizioni organizzative: funzionari di ruolo impiegatizio pagati di più per svolgere a termine una mansione superiore. «I sindaci non ne sono soddisfatti – chiarisce Ferletti – poiché non esisterebbe più il ritorno al ruolo originario: avremmo i vicedirigenti di fatto a vita». Ciò, oltretutto, contrasta con l’istituzione in parallelo dell’albo unico della dirigenza del Comparto, che Panontin intende integrare con la previsione (riforma Madia appena approvata) di incarichi quadriennali con possibile proroga di altri due. E qui il sindacato sente «il cattivo odore dello spoil system alla faccia delle competenze specifiche».
Non solo slides. Un avviso di fondo a Debora Serracchiani e Paolo Panontin: «Su questa importante riforma va bene anche l’aura do segretezza fin qui sparsa attorno alle novità , che ormai emergono», acconsente Mafalda Ferletti. Tuttavia «d’ora in poi pretendiamo confronti veri, non soltanto annunci e slides di stile renziano. Sennò partiamo male e il sistema non può funzionare».