Comparto unico, serve un vero contratto
«Uno dei principi che ci caratterizza è la coerenza. Restiamo fedeli ai nostri valori e non ci pieghiamo a opportunismi personali o strategie sindacali dettate dalla convenienza». È quanto scrive la Funzione pubblica Cgil del Friuli Venezia Giulia in un volantino distribuito oggi a Trieste in occasione dell’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici del comparto unico, organizzata in vista delle imminenti elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu), in programma dal 12 al 14 maggio (dal 14 al 16 aprile hanno già votato i lavoratori della sanità e delle amministrazioni statali). Tenutasi in via Cavour, nella sede della Regione Fvg, l’assemblea è stata chiusa da Michele Vannini, della segreteria nazionale della Fp Cgil, ed è stata indetta per presentare ai lavoratori i candidati della Fp-Cgil. L’incontro è stato l’occasione anche per affrontare grandi argomenti nazionali come l’avvicinarsi del voto per i referendum sul lavoro e cittadinanza, in programma l’8 e il 9 giugno. Tema principale di dibattito, però, la trattativa sul rinnovo contrattuale del comparto unico per il triennio 2022-24. Nel volantino distribuito ai lavoratori la sintesi delle richieste avanzate dalla Fp-Cgil.

Un vero adeguamento salariale. Il costo della vita è aumentato del 14,6% nel triennio 2022-2024 (indice Ipca). Tuttavia le risorse attualmente previste dal datore di lavoro ammontano solo al 6% del monte salari, certificando una riduzione programmata degli stipendi e una perdita di potere d’acquisto. Questo è inaccettabile. Vogliamo un vero comparto unico, nei fatti e non solo nel nome.
Ordinamento professionale. L’attuale sistema di classificazione del personale (categorie A, B, C, D) è stato attuato ormai vent’anni fa: è necessario rivedere la classificazione del personale, adeguandola ai cambiamenti del mondo del lavoro. Proponiamo un nuovo sistema di classificazione che riconosca adeguatamente i diversi profili professionali, superando le attuali categorie e introducendo aree di classificazione con nuovi differenziali economici e stipendiali, e una fase transitoria di 4 anni dall’entrata in vigore del nuovo ordinamento, che attraverso percorsi di carriera verticali riconosca l’esperienza acquisita senza il vincolo dei titoli necessari per l’accesso dall’esterno.
Salute e sicurezza sul lavoro. Molti enti, a causa delle loro dimensioni e del numero di dipendenti, non hanno un Rls (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza), come previsto dal testo unico 81/2008. È indispensabile individuare una soluzione per garantire la tutela della salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro. Come sigla sindacale proponiamo l’istituzione del RLS territoriale, che operi negli enti di un determinato.
Indennità. Le indennità previste per specifiche responsabilità e posizioni organizzative vanno incrementate, visto l’aumento delle responsabilità affidate ai dipendenti.
Mobilità volontaria e intercompartimentale. Proponiamo di eliminare l’obbligo di nulla osta da parte degli enti per la mobilità volontaria, anche in considerazione delvincolo di permanenza di 5 anni dopo il trasferimento. Va inoltre fatta chiarezza sulla mobilità intercompartimentale, con la definizione della tabella di equiparazione per l’inquadramento dei lavoratori provenienti da comparti diversi (ancora assente nonostante l’art. 24 della legge regionale 18/2016).
Contrattazione di secondo livello. Basta con le corse contro il tempo! La contrattazione di secondo livello deve avvenire nei tempi previsti dal contratto regionale. E basta anche con gli atti unilaterali, che servono solo a escludere il sindacato dal confronto. Alcuni datori di lavoro non colgono l’opportunità del dialogo con chi rappresenta i dipendenti: questo è inaccettabile. Vogliamo invece una contrattazione basata su: dialogo e confronto reale; trasparenza; rispetto delle tempistiche e dei ruoli. Solo così la contrattazione di secondo livello può portare benefici concreti ai lavoratori e alle lavoratrici in termini di progressioni economiche, valutazioni, progressioni verticali e diritti.
Verso un vero comparto unico. Sul salario aggiuntivo servono risorse certe per uniformare le retribuzioni e concludere al più presto il percorso avviato. Sul welfare aziendale proponiamo la creazione di un fondo sociale unico per il personale degli Enti Locali, sul modello della legge regionale 53/1981, che già disciplina il welfare per il personale della Regione. È necessario applicare in modo uniforme in tutte le amministrazioni del comparto le norme sui fringe benefit. Proponiamo inoltre che si preveda una dotazione organica unica che comprenda tutti i dipendenti che lavorano nell’amministrazione regionale, nei Comuni, nelle Comunità, risolvendo all’origine il problema delle differenze attuali fra i dipendenti su quattordicesima, salario aggiuntivo e fondo sociale.