«Case di riposo, stop al dumping salariale. Intervenga anche la Regione»

Vincolare
l’accreditamento delle case di riposo e delle Rsa con il servizio
sociosanitario regionale al rispetto dei contratti firmati dalle
associazioni sindacali più rappresentative. È la richiesta rilanciata
oggi a Trieste dalla Funzione pubblica Cgil del Friuli Venezia Giulia,
nell’ambito della mobilitazione nazionale dei dipendenti delle strutture
per anziani e non autosufficienti con contratto Aiop Rsa. A farsene
portavoce la segretaria regionale Orietta Olivo, alla guida della
delegazione che ha incontrato l’assessore regionale alle Autonomie
locali Pierpaolo Roberti, a margine di un presidio organizzato stamane
sotto la sede della Giunta regionale. 
La
protesta nazionale, cui aderiscono anche i sindacati di categoria di
Cisl e Uil, è stata lanciata per protestare contro l’applicazione di
contratti penalizzanti sia nella parte economica che in altri contenuti,
come quelli relativi all’organizzazione del lavoro a al trattamento di
malattia. La richiesta dei sindacati è quella di una ferma presa di
posizione, da parte delle Regioni, contro quella che è a tutti gli
effetti una strategia di dumping salariale e contrattuale. «Dumping –
rimarca Olivo – che penalizza centinaia di lavoratori e lavoratrici
anche in regione».
La
richiesta avanzata attraverso l’assessore Roberti al presidente della
Giunta regionale è quella di introdurre norme e regole che prevedano,
come condizione per l’accreditamento, l’applicazione dei contratti
firmati dai sindacati più rappresentativi, in linea con le
sollecitazioni di cui si è fatto portatore anche il ministro della
Salute Orazio Schillaci. «Un’analoga richiesta – spiega Olivo – verrà 
avanzata al governatore Fedriga, in quanto presidente della Conferenza
Stato regioni, dai sindacati di tutte le regioni toccate dalla
mobilitazione e dai presidi di oggi. Non è accettabile infatti che per i
lavoratori di un settore sempre più importante come quello
dell’assistenza possa esistere un doppio binario contrattuale, a danno
dei salari, delle condizioni di lavoro e della qualità  dell’assistenza».