Asufc: bene l’aumento delle indennità, ma restano nodi irrisolti
Dopo mesi di trattative e confronti al livello regionale, è stato firmato il “contratto ponte” per il personale del comparto sanitario dell’Asufc, che recepisce le disposizioni delle delibere regionali n. 824 e 826, introducendo importanti novità in materia di indennità di pronto soccorso e altre retribuzioni accessorie. Se da un lato ci sono alcuni progressi significativi, permangono criticità che richiedono interventi urgenti, in particolare su alcuni meccanismi di riparto e sulla natura provvisoria delle misure.
LE NOVITÀ POSITIVE
Il contratto aziendale 2025 appena siglato rappresenta un passo avanti rispetto agli anni precedenti, soprattutto per quanto riguarda l’indennità di pronto soccorso. Le risorse destinate a questa voce ammontano a oltre 2,7 milioni di euro, con un incremento sostanziale rispetto al passato. La distribuzione delle risorse tiene conto sia dei carichi di lavoro (accessi) sia delle tariffe professionali, garantendo una maggiore equità. Viene confermata anche la copertura per il personale operante nei servizi di emergenza territoriale di Tolmezzo, San Daniele, Latisana Palmanova, oltre che a Udine e nelle osservazioni brevi intensive.
Incremento significativo anche delle indennità per condizioni disagiate, dalla pronta disponibilità al turno notturno e ad altre prestazioni. L’indennità oraria di turno notturno, ad esempio, passa da 7,50 a 12,50 per i professionisti della salute, mentre quella di reperibilità è portata a 4,33 euro.
LE CRITICITÀ
Tra le criticità spicca innanzitutto la disparità tra i profili. Un solo euro di incremento per il disagio del turno notturno, ad esempio, è una soluzione che non ristora a pieno il sacrificio degli oss e la continuità del servizio.
Altro fattore critico il fatto che il finanziamento sia provvisorio, comportando sia il rischio di ritardi nell’erogazione (al momento scongiurato attraverso il ricorso in via provvisoria al fondo premialità) sia incertezze sul futuro, legate a possibili variazioni nel finanziamento regionale. Ciò richiede una pianificazione più accurata e trasparente da parte della Regione e dell’Asufc. Resta da affrontare poi il tema importante del welfare Integrativo, evitando di continuare a lasciare scoperti aspetti fondamentali della vita del personale.
DOVE MIGLIORARE
Il nuovo contratto aziendale è un primo passo verso un migliore riconoscimento contrattuale delle condizioni di lavoro del personale sanitario. Uno sforzo apprezzabile, ma non sufficiente, né in termini economici, né sotto il profilo organizzativo. Come Funzione Pubblica Cgil rimaniamo preoccupati per l’incapacità di risolvere alla radice problemi strutturali che a tutt’oggi impattano sulla vita privata, professionale, sulla tenuta psicofisica e sulla sicurezza degli operatori e dei luoghi di lavoro. Abbiamo chiesto pertanto all’Asufc una rendicontazione precisa di quanto è stato speso fino ad oggi, per poter effettuare una previsione di integrazioni a sostegno dei lavoratori. Solo così potremo costruire un sistema sanitario equo, sostenibile e soprattutto attrattivo, sia per chi ci lavora oggi, sia per le nuove leve di domani.
Andrea Traunero, segretario generale Fp-Cgil Udine