Vigili del fuoco, no alla militarizzazione

Il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco consegnato ai Prefetti e dopo quattro giorni il ministro dell’Interno Marco Minniti ancora tace. Lo avevamo detto: il Corpo dei Vigili del Fuoco perderà  l’autonomia e sarà  militarizzato e i servizi saranno coordinati in condizione subalterna dai prefetti. Cosi parla la bozza di riforma che il capo dipartimento sta elaborando. Una bozza che stravolge il lavoro dei vigili del fuoco, modificandone la struttura.
Proprio quando la nazione stava elogiando il lavoro svolto dalle donne e dagli uomini del Corpo nazionale, il sottosegretario agli interni Giampietro Bocci e il capo dipartimento, il Prefetto Bruno Frattasi, informavano i sindacati delle novità  contenute nella bozza. Con le previste modifiche all’ordinamento, il corpo nazionale perderebbe tutta la propria autonomia per essere totalmente gestito dal potere prefettizio.
Oggi il corpo è inserito in uno dei dipartimenti del ministero dell’Interno, ha una guida, il capo del Corpo Gioacchino Giomi, e il capo dipartimento Prefetto Bruno Frattasi. Le modifiche sono state perfezionate solamente dalla parte prefettizia, con la collaborazione del sottosegretario Bocci, senza consultare i vertici del Corpo nazionale: questo la dice tutta sulla subalternità  a cui si vuole ridurre i vigili del fuoco, con modifiche tese a toglierne definitivamente l’autonomia, determinandone la militarizzazione.
L’ordinamento così ridisegnato è un’accozzaglia di norme che nulla hanno a che vedere con la missione affidata al Corpo dei Vigili del Fuoco, che è e rimane la prevenzione e il soccorso alle popolazioni in un sistema integrato e all’avanguardia. Respingendo al mittente la nuova bozza, i vigili del fuoco chiedono di essere ascoltati dal Governo. La Fp Cgil Vigili del fuoco del Fvg, da parte sua, lancia inoltre un appello a tutti i parlamentari della regione affinché la politica si riappropri di un ruolo di mediazione ottimale tra le istanze dei lavoratori e i bisogni dei cittadini, affinché questo grido di allarme non rimanga inascoltato, in nome della sicurezza dei cittadini e della tutela dell’autonomia del corpo
La Cgil si dissocia dicendo no al disegno del Governo e metterà  in campo ogni iniziativa per contrastalo, in linea con la richiesta, già  più volte avanzata a livello regionale, di assegnare ai Vigili del Fuoco il ruolo di coordinamento, nelle fasi di prevenzione e soccorso, del sistema integrato di Protezione Civile, garantendo così un forte raccordo fra struttura nazionale (Vigili del Fuoco) e strutture regionali e territoriali (Protezione Civile). Così facendo, si creerebbero risparmi e si riconoscerebbe il ruolo esercitato dai Vigili del Fuoco, che ogmi giorno, 24 ore su 24, svolgono un’insostituibile attività  multidisciplinare di prevenzione, protezione e soccorso a favore delle popolazioni.
Chiediamo di responsabilizzare la dirigenza tecnica del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, eliminando la sovrapposizione della struttura prefettizia, snellendo la configurazione centrale e impiegando i risparmi così ottenuti per i bisogni dei territori.
Bisogna inoltre dotare i Vigili del Fuoco di un contratto di lavoro che ricomprenda doveri, diritti e voci retributive, annullando tutti quegli orpelli che sono contenuti negli infiniti decreti ministeriali. Solo così si potrà  garantire alle lavoratrici ed ai lavoratori del Corpo una retribuzione idonea al lavoro svolto e un trattamento previdenziale e assicurativo adeguato alle condizioni di lavoro e a i rischi dell’attività . Tutto questo va accompagnato dall’immediata assunzione, dalle graduatorie ancora aperte, di un numero di unità  pari alla carenza rispetto alle dotazioni organiche, e da adeguati investimenti su mezzi e dotazioni.