Tutelare il terzo settore, l’appello di sindacati e cooperative

Tutelare il terzo settore, prevedendo l’utilizzo di risorse già  appostate a bilancio con i contratti stipulati con la Pubblica amministrazione, la cui interruzione non può ricadere sulle cooperative sociali, sui loro soci lavoratori e dipendenti. Allo stesso tempo, è necessario ricalibrare i servizi per i contratti già  in essere che hanno per oggetto attività  sociosanitarie, sociali ed educative, in base alle attuali esigenze e modalità  di erogazione sempre nella massima sicurezza di utenza e lavoratori. A scriverlo sono Agci Solidarietà , Confcooperative Federsolidarietà , Legacoopsociali e Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cgil, Uil Fpl e Uiltucs in una lettera indirizzata al premier Conte, ai Ministri del Lavoro e dell’Econmia e delle Finanze, Cataflo e Gualtieri, e ai presidenti della conferenza delle Regioni, Anci e Upi.
In seguito all’emanazione dei decreti per contrastare l’emergenza Covid-19, scrivono sindacati e associazioni, «accanto alla necessità  di sostenere tutti i presidi sanitari, tema che il Governo sta affrontando seriamente e con continuità , vi è anche l’esigenza parallela, non meno rilevante, dei presidi sociosanitari, sociali ed educativi che il mondo della cooperazione sociale ha garantito e che ora rischia il tracollo. Si tratta di servizi che hanno una finalità  di interesse generale che tutelano 6 milioni di famiglie». Il tracollo di tali servizi ha evidenti ricadute occupazionali, al momento stimate in 200mila lavoratori, certamente come in altri settori. Ma si tratta intanto di numeri rilevanti, centinaia di migliaia di persone, strettamente connessi ai divieti e alle restrizioni prodotti dai decreti e diffusi in tutta Italia. Ma quel che è più grave è che le attività  di interesse generale garantite dalla cooperazione sociale hanno dirette ricadute su persone e famiglie che si vedono negare la possibilità  della presa in carico di anziani e disabili a causa della chiusura dei centri diurni, o l’interruzione dell’assistenza e cura domiciliare, oltre che le interruzioni dei servizi educativi”. Da qui l’allarme dei sindacati.

IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO SUL SITO DELLA FP-CGIL NAZIONALE