Turnover, il piatto continua a piangere. Soprattutto in sanità 

I dati 2014 della Ragioneria centrale dello Stato confermano
quanto stiamo denunciando da tempo: l’anno citato, infatti, si è chiuso con una
flessione del 2%, l’ennesima, sull’occupazione nei servizi pubblici della
nostra regione. Nessuno escluso, purtroppo.
Il blocco del turn over non è più sostenibile e i dati che
abbiamo ci dicono che anche il 2015 è stato un anno fortemente in negativo.  Solo nel 2014 gli enti del comparto unico
hanno risparmiato 10 milioni di euro per il mancato turn over: come abbiamo già 
detto, quindi, il rinnovo del contratto fermo al 2009 si paga da solo, e bisogna
che Regione, comuni, province aprano al più presto il tavolo del rinnovo. I soldi
ci sono e non c’è alcun bisogno di aspettare fantomatiche direttive da Roma.
Come detto se la passano male tutti i comparti, ma il
disastro più evidente è in sanità : oltre ai 357 del 2014, che si sommano a
quelli degli anni precedenti, per un totale di 800 posti persi in pochi anni,
altri 100 in
meno li rileveremo alla fine del 2015 appena concluso, per lo più infermieri, Oss
e tecnici. Di fronte a questa emorragia le 173 previste assunzioni di
infermieri e le poche decine di Oss sono una goccia nel mare, assolutamente
insufficiente al recupero anche dei soli 500 posti di lavoro persi con la
gestione Serracchiani-Telesca della sanità . Questo senza contare le 300mila
giornate di ferie pregresse del personale: se venissero godute, in mancanza di
nuove assunzioni, questo significherebbe chiudere tutte le strutture sanitarie
della regione per almeno 15 giorni. E senza contare l’età  media dei lavoratori,
ormai oltre i 52 anni, che implica molte nuove imminenti uscite per traggiunti
limiti di età .
Questa Giunta deve smettere di rimandare le decisioni e
cominciare, se davvero vuole trasferire le riforme dalla carta alla realtà , ad
assumere e a rinnovare i contratti scaduti: oggi, non il prossimo mese, non
alla fine del 2016.