«Smart Working, Comuni in ritardo»

«Negli enti locali del Friuli Venezia Giulia si riscontrano ancora
molti ritardi nella collocazione in smart work di tutto il personale
dipendente». A sollevare il caso è Alessandro Crizman, responsabile
enti locali della Funzione pubblica regionale del Fvg, che ricorda
come, in base al Dpcm del 17 marzo, il lavoro agile debba essere «la
modalità  ordinaria di svolgimento di lavoro per tutte le pubbliche
amministrazioni». In molti Comuni, spiega Crizman, «non è stato
ancora compreso che un dipendente può recarsi sul luogo di lavoro, e
pertanto essere posto in condizioni di rischio epidemico, solo per
un’attività  indifferibile e che richieda la presenza fisica del
lavoratore nelle sedi comunali».
Per lo smart work,
ricorda ancora Crizman, si può utilizzare qualsiasi strumento nella
disponibilità  del dipendente. Qualora non sia attuabile in alcuna
forma, «i datori di lavoro devono adottare le misure previste dai
contratti collettivi di lavoro per non fare spostare sul territorio i
loro dipendenti, o per farli spostare il meno possibile», come ad
esempio la fruizione delle ferie pregresse o in ultima istanza
l’esenzione del servizio.
Se da un lato la Fp
rivolge un plauso alle amministrazioni locali, «per noi troppo
poche», che hanno applicato correttamente il decreto legge,
dall’altro chiama le altre a una rigorosa applicazione delle misure
di emergenza. «Ognuno deve fare la sua parte», dichiara Crizman,
ricordando che «l’inosservanza delle norme comporta responsabilità 
penali, civili ed anche contabili, per non parlare di quelle etiche».
Da qui l’appello finale di Crizman: «Per ridurre le cause di
contagio – conclude – il lavoro agile va applicato subito a tutti
i dipendenti. Cosa stanno aspettando i Comuni».