Sciopero generale, in Fvg oltre 11.000 in piazza

Oltre 11.000 persone in piazza, adesioni alte anche nelle aziende. Questo il bilancio dello sciopero generale e delle quattro manifestazioni organizzate in Friuli Venezia Giulia. Al corteo di Trieste, concluso dal comizio del segretario generale della Filt Franco Nasso, hanno partecipato 4.500 persone. Tremila quelle scese in piazza a Udine, duemila a Pordenone e a Monfalcone. Quanto alle adesioni nelle aziende (vedi dati allegati), nel comparto meccanico le punte massime si sono raggiunte alla Fincantieri (80%), alla Sbe (85%), all’Ansaldo (70%), alla Safop, alla Casagrande, alla Cimolai, alla Imat Marcegaglia, tutte oltre il 90%, alla Automotive Lighting (65%), alla Eco (70%) e alla Wartsila. Tra i quasi 4.000 dipendenti Electrolux la partecipazione complessiva è stata del 45%. Nel legno spicca il 60% della Snaidero, nel pubblico impiego le prime rilevazioni danno un’adesione media del 50%, nella scuola pubblica e nell’università tra il 25 e il 30%.
«Il dietrofront sulla riforma Gelmini – ha dichiarato Belci – è il frutto della mobilitazione degli studenti e della Cgil. L’ennesima dimostrazione, dopo la vicenda Alitalia, che le trattative non si conducono accettando quello che le controparti vogliono imporre dall’alto». Il segretario regionale, nel suo intervento sul palco di Monfalcone, ha ricordato i numeri dell’emergenza occupazionale in Friuli Venezia Giulia: «Oltre 11.000 persone interessate dagli ammortizzatori sociali, almeno 8.000 precari a rischio. Precari che, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Inail, sono la categoria più colpita dagli infortuni sul lavoro, il che sollecita interventi urgenti sul versante della prevenzione, anche a livello regionale».
Sull’emergenza lavoro ha insistito anche Maurizio Landini, coordinatore nazionale Fiom per il gruppo Electrolux, che ha concluso la manifestazione di Pordenone. «Il peso che sta avendo e avrà nei primi mesi del 2009 la crisi del manifatturiero rende indispensabile l’estensione degli ammortizzatori sociali a precari e piccole imprese, contestualmente al blocco dei licenziamenti. Ma per uscire veramente dalla crisi, che non è un fenomeno passeggero, bisogna investire sull’innovazione, sulla sostenibilità ambientale e sulla qualificazione della rete di fornitura: dei grandi gruppi come Electrolux».