Sanità  privata, grande adesione allo sciopero per il contratto

«La
grande partecipazione a questo sciopero è un messaggio chiaro alle
aziende della sanità  privata: i lavoratori sono stufi e non intendono
aspettare oltre né accettare altre beffe da parte di Aris e Aiop, che
sono giunte al punto di rimangiarsi gli accordi già  presi». Orietta
Olivo, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil del Friuli,
esprime così lo stato d’animo dei lavoratori della sanità  privata, che
oggi hanno scioperato per protestare contro il mancato rinnovo del
contratto nazionale di categoria, fermo da 14 anni e ulteriormente
slittato dopo il clamoroso dietrofront delle associazioni datoriali del
settore sulla preintesa di giugno. Molto alte le adesioni alla protesta
in regione: la partecipazione media, secondo quanto riporta la stessa
Fp-Cgil, è compresa tra il 70 e l’80%, con punte del 95% alla Nostra
Famiglia di Pasian di Prato (a San Vito ha incrociato le braccia il 75%
degli addetti) e adesioni massicce in tutte le principali realtà  del
comparto in regione, tenuto conto naturalmente dei servizi minimi da
garantire per legge.
Molti
anche i lavoratori e le lavoratrici scesi in piazza a Udine, dove in
centocinquanta hanno partecipato al presidio organizzato da Fp-Cgil,
Cisl-Fp e Fpl-Uil sotto la Prefettura, in via Piave. I sindacati, che
sulla vicenda hanno sollecitato già  per due volte l’intervento delle
regioni, compresa la nostra, con tanto di appello al presidente Fedriga e
all’assessore alla Salute Riccardi, giudicano inaccettabile che «non si
trovino le soluzioni per riconoscere il giusto valore ai lavoratori che
giornalmente contribuiscono alla crescita della sanità  privata e al suo
ruolo di supporto al servizio pubblico». Se la parte imprenditoriale
lamenta scarsi finanziamenti pubblici e tariffe inadeguate sulle
prestazioni, Fp-Cgil, Cisl-Fp e Fpl-Uil rimarcano che alla
base della preintesa di giugno «c’erano garanzie istituzionali
confermate sia dal livello nazionale, il ministero della Salute, che
dalla conferenza delle Regioni, confermando di fatto l’assenza di
fattori ostativi alla sottoscrizione e alla sostenibilità  del rinnovo
contrattuale».
A motivare il dietrofront di Aris e Aiop, dunque, per i
sindacati c’è stata esclusivamente «la non volontà  della nostra
controparte di mantenere gli impegni sottoscritti con la preintesa». Uno
«schiaffo», aggiungono Cgil, Cisl e Uil di categoria, «a chi ha
continuato a lavorare, senza gratificazioni, incentivi o premi, per far
fronte a un’emergenza di una gravità  senza precedenti». Da qui la
scelta di proseguire nella mobilitazione fino al raggiungimento
dell’obiettivo finale: «Un contratto – concludono le segreterie
regionali Fp-Cgil, Cisl-Fp e Fpl-Uil – che garantisca ai lavoratori del
comparto un giusto riconoscimento sia nella parte economica che in
quella normativa».