«Sanità , la Regione faccia la sua parte e si assuma le sue responsabilità »

«Non
è criticando le linee del Pnrr che si risolveranno i problemi della
sanità  regionale. Se l’assessore teme che le case della comunità  saranno
scatole vuote, a causa della carenza di personale, faccia tutto quanto
in suo potere per rimettere in moto l’iter delle assunzioni». La Cgil
del Friuli Venezia Giulia esprime così le sue riserve si quanto
dichiarato nei giorni scorsi dall’assessore regionale alla Sanità 
Riccardo Riccardi in audizione di fronte alla Terza Commissione. Una
presa di posizione che vede concordi la segreteria confederale, con la
responsabile sanità  e welfare Rossana Giacaz, e la segretaria generale
della Funzione Pubblica Cgil Orietta Olivo: «Se è vero – dichiarano –
che sul personale esistono criticità  oggettive a monte, purtroppo
aggravate dalla pandemia, la nostra Regione e le singole aziende
sanitarie pagano anche anni e anni di errori strategici, segnati da una
drastica riduzione del turnover. Errori che non sono mancati neppure
nella gestione di questa pandemia, se è vero come è vero che alle
conclamate difficoltà  del tracciamento si potrebbe far fronte anche
attraverso assunzioni di personale amministrativo e che in alcune
realtà , vedi Pordenone, ci sono voluti mesi e mesi di vertenza e la
mediazione del prefetto per strappare un accordo sull’estensione dei
contratti a tempo indeterminato. Esempi come questi – proseguono Giacaz e
Olivo – dimostrano che l’emergenza personale non nasce soltanto dalla
carenza di laureati in medicina o nelle professioni infermieristiche, ma
anche dai ritardi nei concorsi, nei programmi di formazione di nuovi
operatori socio-sanitari, da scelte organizzative che, sia a livello
regionale che di singola azienda, non hanno puntato, e continuano a non
puntare, sul potenziamento e sulla stabilizzazione del personale, sul
rafforzamento della sanità  pubblica e in particolare dei servizi
territoriali e della prevenzione».
L’invito
che la Cgil rivolge alla regione è ad «assumersi la responsabilità 
delle proprie scelte, evitando di trincerarsi dietro ai veri o presunti
errori di strategia del Governo, che definisce obiettivi sicuramente
perfettibili ma condivisibili negli obiettivi di fondo, ed esercitando
nel contempo il proprio ruolo di coordinamento e di indirizzo nei
confronti delle Aziende sanitarie, le cui scelte, da Pordenone a
Trieste, appaiono come ulteriori conferme di un sistema che fatica a
remare nella direzione giusta». Il riferimento non è soltanto alla lunga
vertenza tra sindacati e Asfo sui contratti a termine, ma anche al
nuovo atto aziendale dell’Asugi, «che preoccupa per la riduzione dei Csm
e per la prospettiva di pesanti tagli all’attività  e al ruolo dei
distretti». Scelta «in chiara antitesi con un obiettivo di rafforzamento
della sanità  territoriale che, almeno sulla carta, è stato confermato
dalla riforma del 2018», chiudono le due rappresentanti della Cgil,
rilanciando sull’esigenza di un confronto tra assessore e parti sociali
sia sulle criticità  attuali, a partire dall’emergenza liste di attesa,
che in vista dell’attuazione del Pnrr.