Riforma degli enti locali, serve più coraggio

«Si centralizzano i dirigenti, le posizioni organizzative, tanto vale che si rendano tutti i lavoratori del comparto dipendenti di un unico ente». È quanto ha dichiarato al Piccolo di oggi la segretaria regionale della Funzione pubblica Cgil Mafalda Ferletti, a commento della bozza di riforma del pubblico impiego presentata dall’assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin.
Pur rimandando un giudizio più approfondito in attesa di una presentazione più dettagliata del disegno di legge regionale, Ferletti promuove l’idea di unficare la dirigenza e la gestione del personale. «La riforma – spiega la segretaria Fp – crea un unico albo per la dirigenza, un unico albo per le
posizioni organizzative, dai quali ogni ente potrà 
pescare, e un ufficio unico per la gestione del personale». L’invito, però, è a fare un passo in più: «A questo
punto chiediamo all’amministrazione un atto di coraggio: facciano
diventare tutti i lavoratori del comparto dipendenti di un unico ente.
Di fatto sarà  già  così».
Ma le richieste della Fp non si fermano qui. «Questa legge – dichiara – non prevede uno strumento di armonizzazione
e riqualificazione del personale. Invece è necessario: non possiamo
pretendere che persone che vengono da Comuni diversi confluiscano nelle
Uti ognuno inquadrato a modo suo». Altro elemento indispensabile, da subito, il rinnovo del contratto, fermo da sei anni: «Sei anni – ricorda Ferletti – in cui abbiamo perso 2mila
posti, con un risparmio da 75 milioni di euro annui per gli
enti. È necessario quindi che accanto alla discussione sulla proposta
di riforma del Comparto si apra al più presto il tavolo per il rinnovo
del Contratto di lavoro».