Ridurre lo smart working? «Quella dell’assessore Roberti è un’uscita fuori tempo»

«Un’uscita fuori tempo». Orietta Olivo, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil Friuli Venezia Giulia, commenta così l’appello dell’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, oltre che dai dirigenti, sul ritorno dallo smart working dei lavoratori della Regione. «Ci fa piacere – commenta Olivo – che la pausa caffè dei lavoratori pubblici non sia più oggetto di battutine, soprattutto da parte di chi ignora che è prevista dai contratti e che tempi di entrata e di uscita sono registrati sui cartellini, e che tutti, al contrario, attendano come la manna dal cielo il ritorno ai bar degli impiegati. Lasciando da parte l’ironia, comprendiamo le difficoltà  degli esercizi che gravitano attorno agli uffici pubblici, e sappiamo che gli aiuti messi in campo fin qui per sostenere le attività  economiche non sono sufficienti a ripagarle per la riduzione delle attività . La forte impennata della curva dei contagi, però, dice a noi tutti, e in primis dovrebbe dirlo alle istituzioni, che non è certo questo il momento di abbassare la guardia, tanto più nella consapevolezza che esistono norme ben precise e non derogabili sul ricorso allo smart-working, che va applicato ad almeno il 50% dei lavoratori dedicati ad attività  gestibili a distanza. Norme che l’assessore e i dirigenti conoscono bene e che dovrebbero indurli a evitare promesse difficilmente mantenibili».
Per quanto riguarda le ripercussioni economiche sullo smart working sull’indotto della pubblica amministrazione, la Fp-Cgil è consapevole di come esso abbia inciso sugli stili di consumo dei lavoratori: «Se vogliamo preoccuparci di sostenere la domanda interna e le attività  economiche, com’è giusto e sacrosanto, è però fondamentale – dichiara ancora Olivo – assumere scelte coerenti sul fronte sulla difesa dell’occupazione, del sostegno ai rinnovi contrattuali, della lotta al precariato e al ricorso esasperato ad appalti ed esternalizzazioni: sono questi i fattori che incidono strutturalmente sul calo dei consumi. Situazioni di crisi contingente come quelle che stanno vivendo le attività  che gravitano intorno agli uffici, invece, richiedono da un lato adeguate forme di sostegno, dall’altro anche rigore nei comportamenti, per evitare ripercussioni ancora più gravi nell’immediato futuro, non solo sul versante sanitario ma anche su quello economico. Se vogliamo scongiurare lo spettro di un nuovo lockdown, infatti, è importante continuare a varare e rispettare misure che riducano il rischio di assembramenti, non soltanto negli uffici, a partire da quelli aperti a cittadini e utenti, ma anche nei locali pubblici e nel sistema dei trasporti, già  sotto pressione per garantire l’esigenza assolutamente prioritaria di garantire l’apertura delle scuole».