Monfalcone: sit-in in municipio per la casa di riposo

Privatizzazione della casa di riposo? Scatta la protesta. Una protesta clamorosa, messa in atto ieri pomeriggio, davanti alla sede del Comune di Monfalcone. Approfittando della programmata seduta di di giunta del lunedì, infatti, una delegazione di lavoratrici della casa di riposo, supportati da Rsu e organizzazioni sindacali, hanno realizzato un presidio nella sede comunale per protestare contro la paventata chiusura della vecchia struttura della casa di riposo e contro l’appalto della cucina. Anche perché, oltre a rappresentare, secondo le sigle sindacali, «uno spreco di denaro», visti gli oltre 70mila euro stanziati lo scorso anno proprio per mettere a posto la struttura interna alla casa di riposo, è anche una minaccia per alcuni posti di lavoro.
«Se la cosa venisse confermata così com’è – spiegano le Rsu – sarebbero a rischio i tre lavoratori della cooperativa che attualmente si sta occupando del servizio di refezione. Tre lavoratori si troverebbero, a partire dal primo luglio, senza lavoro. «Il tutto, mettendo a rischio la funzionalità di un servizio che al momento è gestito in modo eccellente dal personale comunale – spiegano Cgil Funzione pubblica, Cisl Funzione pubblica e Rsu del Comune di Monfalcone -. Per questo, durante il presidio sono state esposte a tutti i componenti della giunta le preoccupazioni che ci portano a prevedere per il futuro non un aumento degli utenti serviti bensì una riduzione degli stessi e dei servizi che, non gestiti più all’interno vedranno sicuramente una drastica riduzione della qualità».
Da parte sua, alla fine della seduta di giunta il sindaco Gianfranco Pizzolitto ha incontrato i rappresentanti sindacali assicurando loro la massima collaborazione e mettendo in agenda prima possibile un incontro per discutere della questione. Invito che i sindacati hanno accolto, sottolineando però che, se la data di cessione del servizio al primo luglio dovesse essere confermata, si susseguiranno iniziative di protesta e di sensibilizzazione sulla vicenda.
Già ieri i sindacati hanno recapitato al sindaco delle lettere dei degenti della casa di riposo in solidarietà ai lavoratori. «Una società civile si definisce tale solo se presta attenzione e cura i più deboli – concludono le Rsu –. E il costo del wellfare non può essere un problema di numeri e di percentuale, anche in una situazione finanziaria pesante come quella che gli enti locali devono gestire.
Nelle scelte di razionalizzazione delle spese – hanno concluso ieri i lavoratori e le lavoratrici della casa di riposo – gli amministratori devono tener conto dei reali bisogni delle fasce più deboli dei cittadini e quindi proprio degli anziani». (e.o.)
(Dal Piccolo, cronaca Monfalcone)