Lavoro, il 25 ottobre almeno in 3.000 a Roma con la Cgil Fvg

Sono almeno 3.000 i
lavoratori e i pensionati che la Cgil del Friuli Venezia Giulia intende
portare a Roma il 25 ottobre. Questo l’obiettivo annunciato oggi dal
segretario regionale Franco Belci, in occasione del direttivo convocato
per discutere della crisi nei rapporti tra Governo e sindacati e per
avviare la macchina organizzativa in vista della manifestazione
nazionale sul lavoro indetta dalla Cgil. «Un appuntamento – ha
dichiarato Belci – che sarà  determinante sull’esito della battaglia sul
jobs act e sull’articolo 18, e quindi anche sul ruolo del sindacato e
della Cgil».
Quella del 25 ottobre, ha spiegato Belci, «sarà  una
manifestazione per chiedere una riforma del lavoro condivisa con il
sindacato e i lavoratori, contro fughe in avanti di sedicenti innovatori
che in realtà  intendono riportare indietro le lancette dei diritti». La
Cgil, in ogni caso, non esprime alcuna nostalgia per una concertazione
che sembra ormai al tramonto: «Tanto a livello nazionale quanto in
regione – ha detto Belci – ci limitiamo a giudicare dai fatti. E qui in
regione, se sulla riforma della Sanità  abbiamo espresso un giudizio
positivo fin dall’avvio del confronto, oggi c’è l’esigenza di rilanciare
una riforma del comparto unico che oggi è in ritardo per colpa non del
sindacato, ma della Giunta e dell’Anci».
Ma alla Giunta la Cgil
chiede segnali importanti anche in materia di lavoro, a partire
dall’introduzione del reddito d’inserimento: «Su questa misura –
dichiara Belci -abbiamo presentato lo schema di una proposta di legge
che ne prospetta l’avvio in via sperimentale, perché siamo convinti che
si tratti di un passaggio indispensabile per cominciare a dare una
risposta alle categorie deboli: i giovani in cerca di lavoro, i precari,
i licenziati da ricollocare, i lavoratori degli appalti, le lavoratrici
spinte al margine del mercato del lavoro dall’assenza di servizi alla
famiglia. Crediamo che la Finanziaria regionale 2015, per la Giunta,
rappresenti l’ultima occasione per avviare un intervento in materia: se
non sarà  così, siamo pronti a scendere in piazza anche in regione, in
difesa di quelle categorie deboli che ci accusano di non rappresentare».