Inps, in regione previsto il taglio di 91 posti

Sfiorerà  le cento unità  il taglio dei
dipendenti del super-Inps in regione, se le disposizioni della spending
review in materia di tagli del pubblico impiego trovaranno integrale
applicazione. Con il rischio di forti ripercussioni sui tempi di
risposta dell’istituto alle domande di prestazioni previdenziali e
assistenziali, domande che stanno facendo registrare una fortissima
impennata per effetto della crisi.

A lanciare l’allarme i sindacati
del pubblico impiego
air max bw pas cher (Cgil, Cisl, Uil e Cisal) nel corso dell’incontro
odierno con il viceprefetto vicario di Udine, chiesto dai dipendenti
della sede provinciale dell’Inps, in stato di agitazione come i colleghi
delle altre sedi regionali e di tutto il territorio nazionale contro i
tagli e la cancellazione del salario di produttività  (a Udine una nuova
assemblea è prevista per martedì, nel corso della quale potrebbe essere
decisa l’occupazione della sede di via Savorganna).

La ripartizione
locale dei tagli
fake ray bans outlet previsti dalla spending review, secondo quanto
comunicato dai sindacati, prevede in regione 91 tagli, di cui 78 tra i
dipendenti Inps e 13 tra gli ex Inpdap, a fronte di un organico
complessivo di 673 lavoratori, di cui 540 Inps e 133 ex Inpdap. E se il
Governo adduce a motivazione dei tagli l’esternalizzazione e
l’informatizzazione di molte procedure, per i sindacati si tratta in
realtà  di scelte che hanno già  creato notevoli disservizi per gli
utenti, a partire dal mancato invio dei Cud cartacei ai pensionati.

«Dimezzato
rispetto agli oltre 1.000 dipendenti di inizio anni Novanta – accusa
Rino Feleppa della Fp-Cgil – l’Inps scenderà  ulteriormente, proprio in
un periodo in cui la crisi ha aumentato in modo esponenziale le
richieste di intervento». Un taglio che non comporterà  licenziamenti, ma
sarà  gestito attraverso il mancato turnover dei pensionamenti. Tra i
settori già  fortemente penalizzati dai tagli i servizi di vigilanza: Ö¿Da
42 ispettori – spiega ancora Feleppa – siamo scesi agli attuali 23, che
rispetto alle aziende presenti in regione fanno salire a 26 anni la
cadenza media teorica di un’ispezione. Il tutto con gravi ripercussioni
sui recuperi contributivi realizzati dall’istituto, che rendevano
l’attività  degli ispettori, oltre
fake watches ukche doverosa, anche remuneratva a
livello economico».