Il comparto unico è più attuale che mai

Il Comparto Unico e il relativo contratto regionale sono nati dopo che la legge costituzionale n. 2/1993 e il decreto legislativo n. 9/1997 hanno attribuito nuovi poteri al Friuli Venezia Giulia e con la modifica dello Statuto è stato previsto che la Regione possa legiferare sull’ordinamento degli enti locali e sull’ordinamento del personale medesimo.
L’esercizio dei nuovi poteri aveva come obiettivo la riforma del sistema delle autonomie locali col decentramento delle funzioni”¦.era il 1993 e poi il 1997. Per trasferire funzioni e personale tra i vari enti, era necessario definire un solo comparto contrattuale con un solo contratto collettivo regionale con omogeneità  giuridica, ordinamento professionale unico e omogeneità  economica equiparando il trattamento tabellare. Con legge regionale quindi, nel 1998, è stato istituito il “Comparto unico del pubblico impiego regionale e locale del Friuli Venezia Giulia.
La fase dell’equiparazione è conclusa, poiché i tabellari di chi lavora negli enti locali è ora uguale a chi lavora in regione, per i distratti ricordiamo che già  l’ultimo contratto ha visto anche nel comparto unico FVG, l’applicazione delle medesime percentuali di aumento di tutta Italia.
Già  il contratto, l’ultimo -conquistato con grandi battaglie dei lavoratori del FVG- risale al biennio 2008/2009, da allora nessun aumento ai lavoratori del comparto unico, nemmeno l’adeguamento all’inflazione! Vi è invece, come registra l’Istat, in questi anni di blocco una perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni di 5 punti percentuali, che si sommeranno con il blocco fino al 2014 ad ulteriori 4 punti percentuali! I nostri stipendi sono tornati ad essere quelli del 2002. Antistorici pure i nostri stipendi.
Trentuno milioni di costo di comparto? Il costo è già  stato certificato dalla Corte dei Conti, non rappresenta una spesa diretta per i comuni perché è la regione che li stanzia ma in soldoni li stiamo pagando noi stessi lavoratori, a colpi di migliaia di euro in meno di retribuzione e con il forte decremento di posti di lavoro nel comparto negli ultimi anni: la RGS (ragioneria generale dello stato) quantifica nel 2011 una diminuzione di persone in servizio nel comparto di quasi 1000 unità  in soli 3 anni.  I nostri dati, più recenti rilevati direttamente ente per ente dai nostri delegati, ci dicono che al 2012 sono 1.300 i posti di lavoro persi (e tra poco avremo il saldo del 2013) con conseguente minor spesa per gli enti del comparto di quasi 47.000.000 all’anno!! Ai quali va sommato il risparmio che la regione, anno dopo anno, effettua nei trasferimenti agli enti locali per la perequazione, quasi 5.000.000 in meno in soli 2 anni!.  Quindi 47 milioni più 2,5 all’anno di risparmio, fanno pressappoco 50 milioni, se vogliamo detrarci i 31 della perequazione, i lavoratori del comparto lasciano nelle casse degli enti del comparto 20 milioni secchi ogni anno, più gli oltre 4.000 di perdita individuale per il mancato rinnovo del contratto di lavoro.
E queste perdite, su che salari e stipendi? Un ausiliario di cat A assunto dal 2009 ad oggi nel comparto guadagna 980 netti al mese, un operaio di cat B ne percepisce 1046, un impiegato di concetto cat C (inquadramento medio del comparto) arriva a 1250, per finire con la cat D nella quale sono assunti i laureati, come ingegneri, assistenti sociali, avvocati che arrivano a 1400 mensili nette, per XIII mensilità . E poi li definite stipendi insensati.  No, cari sindaci, non vi definite eroi, vi siete candidati volontariamente a rappresentare il vostro paese, la vostra città  e i lavoratori del comparto hanno superato uno o più concorsi pubblici per lavorare nel comparto, sbaglia quindi chi vuole contrapporre il “mestiere” di Sindaco e il lavoro dei suoi dipendenti. Eppoi se fosse così eroico fare il Sindaco, non vi opporreste certo alla cancellazione del terzo mandato!
Solo grazie al comparto, sono state rese possibili le unioni dei comuni e tutte le altre forme associative, per le quali gli enti hanno avuto svariate decine di milioni di euro per la loro realizzazione (i Sindaci non i lavoratori), altri 5.000.000 per il 2014. Diteci quindi quanti soldi avete ricevuto e come li avete eroicamente impiegati e come avete speso eroicamente i 20 milioni di consulenze ed incarichi vari.
Dicono che non è stato fatto nulla? Ora, a fine 2013, appena 20 anni dopo la legge costituzionale, la Giunta Serracchiani ha varato le “linee guida per il riordino del sistema regione-autonomie locali del fvg”, sta provando quindi a fare quello che già  nel 93 e poi nel 97 era stato ipotizzato, e il Sindacato farà  le verifiche e gli interventi sulle ricadute che queste linee potranno avere sui lavoratori del comparto.
La politica si assume quindi il ruolo delle scelte di cambiamento e il comparto quindi può prendere corpo totalmente, dispiegando tutte le potenzialità  che finora la politica ha preferito ignorare. Nessuna riforma (o riordino) è mai divenuta concreta senza -norme di sostengo al percorso, -condivisione da parte di chi deve realizzare le proposte e -risorse dedicate.
Sarà  una semplice coincidenza, ma è un dato di fatto che l’attacco al Comparto Unico coincide con la presentazione da parte della Giunta delle linee guida, che prevedono la semplificazione degli attuali assetti, con un accorpamento degli Enti al fine di garantire migliori servizi ai cittadini, e lo strumento indispensabile per attuare la riforma delle Autonomie Locali del FVG è il Comparto Unico. E quindi niente Comparto Unico, niente riforma.
Non temano i Sindaci non chiederemo i 20 milioni che ogni anno lasciamo nei bilanci degli enti ma un percorso realmente condiviso che riconosca – mediante l’utilizzo di una parte dei risparmi che i lavoratori hanno contribuito a creare – la professionalità  di chi lavora, anche attraverso un giusto stipendio.
Le segreterie regionali Fp-Cgil, Fp-Cisl, Fpl Uil, Cisal, Ugl