I sindacati del Fvg: «Sì allo sciopero del pubblico impiego»

TRIESTE Franco Belci, segretario della Cgil, ha spiegato che lo sciopero è competenza delle categorie. Ma le categorie sono pronte: «Sì, lo sciopero è inevitabile». Cgil, Cisl e Uil dicono di non riuscire nemmeno a incontrare Andrea Garlatti e Vladimir Kosic e sono pronte a mandare in piazza 40mila dipendenti pubblici del Friuli Venezia Giulia, i lavoratori della Regione, delle Province, dei Comuni e della sanità regionale.
Il contratto del comparto unico – quasi 16mila lavoratori degli enti locali – è scaduto da 22 mesi. E il sindacato non digerisce che, dal cambio della guardia De Anna-Garlatti, nulla si è mosso. Trattativa congelata, Areran “inerte”, ha rilevato Belci. Tutto questo mentre il nuovo assessore al Personale proclama la necessità del blocco delle assunzioni, pure in sanità, e si dice pronto a recepire almeno in parte la riforma Brunetta. Materia sufficiente per inquietare in primis la Cgil. «Gli assessori Garlatti e Kosic hanno un punto in comune: volano altissimi nel cielo sempre più blu dei massimi sistemi», ironizzano Alessandro Baldassi e Giancarlo Valent, della funzione pubblica. Nel mirino ci sono l’assessore alla Sanità «che scrive un libro Verde con zero effetto sul sistema sanitario reale» e quello al Personale «che vagheggia una fantomatica riforma globale che nulla c’entra con l’efficienza dei servizi erogati all’utenza da Regione ed enti locali».
Tutto questo, insistono Baldassi e Valent, «mentre i cittadini rimangono a terra con i concreti problemi di tutti i giorni: liste d’attesa eterne, enormi difficoltà a trovare un posto in asilo nido per i figli, rette sempre più alte nelle case di riposo».
Che fare per evitare lo sciopero? «Per Kosic – afferma la Cgil – i nodi da sciogliere sono la cronica carenza di personale negli ospedali e nei distretti, in modo particolare di infermieri e di operatori nell’assistenza, l’esigenza di un piano straordinario di formazione per 2mila operatori del sociale senza qualifica da far diventare operatori socio-sanitari, il potenziamento dell’assistenza domiciliare e migliori condizioni di vita per gli anziani nelle case di riposo». Per Garlatti, proseguono Baldassi e Valent, «il potenziamento e l’incentivazione della gestione associata dei servizi, il rinnovo del contratto unico atteso da quasi due anni da 16mila dipendenti, la definizione del contenzioso per la Polizia locale».
«Forse le stelle stanno a guardare le evoluzioni celesti dei due assessori, ma chi lavora nel pubblico impiego no, non sta a guardare – concludono i segretari della Cgil -: la richiesta di una risposta forte a questa giunta sale dai posti di lavoro e si avvicina sempre di più il momento di uno sciopero unitario dei quasi 40mila lavoratori del comparto unico e della sanità per un welfare all’altezza dei bisogni dei cittadini italiani e stranieri e dei diritti dei lavoratori».
Una posizione fotocopiata dalla Uil con il segretario regionale del pubblico impiego Luciano Bressan: «Non ci sarà altro da fare vista l’assenza di confronto. I lavoratori hanno bisogno di risposte nel breve vista la crisi economica». La Cisl spera ancora in un tavolo di confronto «per firmare contratto dei dirigenti e del comparto» ma, chiarisce Pierangelo Motta, «è l’ultima chance».