Enti locali, riforma subito per rafforzare la specialità  regionale

«La
riforma delle autonomie locali alla quale sta lavorando la Giunta deve decollare
rapidamente, perché ne ha bisogno tutto il sistema regione. Il sindacato è
pronto a fare la sua parte in un percorso di costante confronto, nel quale il
lavoro pubblico deve essere valorizzato». È l’appello che il segretario
generale della Cgil Fvg Franco Belci ha rivolto all’assessore alle Autonomie
locali Paolo Panontin, intervenuto a un convegno sulla specialità  regionale
tenutosi a Gorizia.
CRISI. «La crisi – ha aggiunto Belci – ci impone di adeguare e accelerare la
capacità  di risposta delle istituzioni, a tutti i livelli, alle richieste di
cittadini e imprese. La riforma dovrà  utilizzare in questa direzione gli
strumenti già  messi a disposizione dallo Statuto speciale. Un obiettivo che
richiede però il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti in causa, dalle
parti sociali fino agli enti locali, evitando scorciatoi e derive di tipo
localistico o identitario».
SPECIALITÀ. La riforma sarà  un banco di prova fondamentale per la difesa e il
rafforzamento della specialità  regionale . Ne è convinta Mafalda Ferletti,
segretaria della Fp Cgil Fvg, la categoria del pubblico impiego che ha
organizzato l’iniziativa di Gorizia. «Il federalismo fiscale – ha spiegato –
non indebolisce ma rafforza le ragioni della specialità , che va mantenuta e
rafforzata». Sulla stessa linea i segretari Fp delle altre Regioni speciali,
intervenuti anch’essi al convegno.
SOS PERSONALE. L’iniziativa è stata anche l’occasione per lancuiare un nuovo
allarme sui tagli al lavoro pubblico, il cui impatto è molto pesante anche in
regione. «Il personale del comparto unico Regione-enti locali – questi i dati
citati da Ferletti -ha subito una riduzione di oltre 800 unità  tra il 2009 e il
2011, scendendo a 14.900 addetti. Ma nel biennio 2012-2013, visto il perdurante
blocco del turnover, possiamo stimare almeno altri 4-500 posti persi. Quanto
alla sanità , dove il blocco è stato meno rigido, sono stati persi almeno 500
posti dal 2009 a
oggi, aggravando una situazione di partenza già  molto difficile riguardo alle
condizioni di lavoro e ai turni. A tutto questo va aggiunto il blocco dei
contratti pubblici, fermi in tutti i settori al biennio 2008-2009».