«Dati choc seconda ondata, incidono gli errori e i ritardi della Regione»

«Sull’elevato
numero di contagi e di vittime incidono errori, ritardi e
sottovalutazioni nel governo del sistema socio-sanitario regionale. Non
soltanto il deficit di assunzioni, causa di un permanente livello di
tensione nelle relazioni tra sindacati e Aziende sanitarie, ma anche la
gestione delle case di riposo, con la mancata individuazione di
strutture per l’isolamento dei contagiati non gravi, i problemi dei
dipartimenti di prevenzione nel seguire tamponi e tracciamenti,
l’inadeguata azione delle unità  sanitarie di continuità  assistenziale».
Questa
la reazione della Cgil Fvg ai dati diffusi dall’Osservatorio nazionale,
che vedono attualmente il Fvg secondo in Italia alle spalle soltanto
della Valle d’Aosta per mortalità , primo per indice di letalità  (decessi
rispetto ai contagi) e con un numero di morti e di ricoverati triplo
rispetto alla prima ondata (vedi tabelle allegate). «Risultati così
negativi – sostiene Rossana Giacaz, responsabile sanità  della segreteria
regionale, dando voce anche alle denunce della Funzione pubblica e del
Sindacato pensionati – sono frutto di carenze organizzative e ritardi
nel comprendere la gravità  dell’emergenza. Una fotografia in pieno
contrasto con la narrazione della Giunta e dell’assessore Riccardi sulla
presunta eccellenza di questa regione e del suo sistema socio-sanitario
nella gestione di questa emergenza».
Specchio
dei ritardi, per la Cgil, le vertenze aperte a livello territoriale tra
sindacati e Aziende sanitarie, già  sfociate in uno sciopero a
Pordenone, ma caratterizzate da rapporti sempre più tesi anche a Udine e
nell’area giuliano-isontina. «Pesano ritardi nelle assunzioni e nelle
stabilizzazioni – spiega ancora Giacaz – confermati in pieno dai dati
che l’assessore ha fornito al nostro sindacato di categoria, in base ai
quali, al 30 giugno, il saldo positivo tra assunzioni e uscite di
personale nel comparto era di soli 66 posti. Solo l’abnegazione del
personale, costretto a turni sempre più massacranti, anche per
sostituire i colleghi assenti perché positivi, ha evitato il pieno
collasso di un sistema che per far fronte all’emergenza ha
pericolosamente ridotto la sua capacità  di riposta alle altre patologie,
come testimonia la crescita dei tempi di attesa».
«I
ritardi nelle assunzioni, i mancati investimenti sul rafforzamento
delle strutture territoriali e dei dipartimenti di prevenzione, le
carenze sul versante delle case di riposo – prosegue Giacaz – sono
criticità  che i sindacati segnalano dall’inizio della prima ondata. 
L’assessore alla salute, però, ha preferito chiudersi in una gestione
autoreferenziale, rispondendo con grande ritardo alla richiesta di un
confronto con il sindacato. La perdurante gravità  della situazione
richiede una radicale inversione di rotta, a cominciare dalla ripresa di
un confronto che contribuisca a una gestione più condivisa ed efficace
di questa epocale emergenza, contenendone gli effetti sulle persone e
accelerando il ritorno a una sospirata normalità  anche per l’economia,
l’occupazione e le relazioni sociali«