Contratto in ritardo, sindacati in rivolta

(Dal Piccolo, Regione) Da due anni e mezzo aspettano il rinnovo del contratto. Ma, e per questo si sentono «presi in giro», da due mesi e mezzo aspettano anche un passaggio molto più semplice: il decreto di Renzo Tondo per la nomina della delegazione trattante di parte datoriale. Il dopo-Areran, in sostanza. Per questo, per attese che si prolungano «oltre il limite», protestano. E la Cgil , più di tutti, lancia l’avvertimento: «Siamo agitati». Eufemismo di Mafalda Ferletti, segretaria regionale della Funzione pubblica, per anticipare aria di sciopero.
In discussione è il biennio economico 2008-2009, un rinnovo da 27 milioni di euro. Interessa oltre 15mila dipendenti di Regione, Province, Comuni e, finché ci saranno, Comunità montane. Non se ne parla da qualche settimana. Lo stallo era dovuto a una questione tecnica. Dal 28 febbraio l’Areran, l’Agenzia regionale per la rappresentanza negoziale, non c’è più. Abolita per legge nell’articolato della Finanziaria 2010. Sostituita da una delegazione a tre: un presidente di nomina regionale, un esponente dell’Anci, uno dell’Upi. Un organismo che avrebbe dovuto nascere il primo marzo, sostengono i sindacati, e che invece, a metà maggio, non si vede partorito.
Ci vorrebbe un decreto di Tondo. Quello che l’assessore al Personale Andrea Garlatti aveva dato per imminente. Ma che Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Csa non vedono. Al punto da sbottare con un comunicato congiunto in cui, «alla luce dei chiarimenti e delle condivisioni avvenute in sede politica relative alla percentuale degli aumenti e alla base di calcolo degli stessi», chiedono l’immediata convocazione della delegazione trattante «al fine di sottoscrivere l’intesa per il rinnovo contrattuale 2008-09, i cui importi corrispondendo all’esito degli incontri avvenuti a livello confederale e rientrando nell’ambito delle disponibilità economiche prospettate ed evidenziate dall’assessore competente».
Una vicenda che, secondo i sindacati, potrebbe dunque risolversi in fretta. Anche perché, spiegano, ci sarebbe l’accordo sulle cifre: «Attenendosi alle regole relative ai rinnovi e alle decorrenze dei contratti di lavoro – scrivono Cgil-Fp, Cisl-Fps, Uil-Fpl, Ugl e Csa -, il costo complessivo del rinnovo è di 27 milioni, di cui 22 milioni a regime per l’incremento dei trattamenti tabellari e 4.780.000 euro a valere per l’anno 2009 da destinare al salario accessorio». Perché dunque non convocare il tavolo? Perché, appunto, la delegazione trattante rimane virtuale. Non ha un presidente. Almeno non per decreto del presidente Tondo. I nomi sono noti: Giuseppe Mareschi, già presidente dell’Areran, dovrebbe essere il presidente, Santi Terranova per l’Anci e Bruno Miotti per l’Upi dovrebbero completare la delegazione datoriale. Ma, non essendoci conferma alcuna, i sindacati sono sul piede di guerra. Non hanno avuto ricevuto alcuna nota informativa dopo l’incontro tra Garlatti e i leader confederali Belci (Cgil), Fania (Cisl) e Visentini (Uil). All’attacco, in particolare, la Cgil. «L’assessore Garlatti – spiega la Ferletti – si era impegnato a convocare a breve la delegazione. Ma la delegazione non c’è, ed è inaccettabile. Sono due mesi e oltre che aspettiamo, ci sentiamo presi in giro. Lo sciopero? Siamo di sicuro molto agitati…». (m.b.)