Comparto unico, il dovere di contrattare

Negli ultimi tempi, negli enti del comparto unico, sulla stampa, nei volantini che vorrebbero fare “informazione”, stiamo assistendo al tentativo di far passare idee e concetti che rischiano di tramutarsi in pericolose parole d’ordine. Si paventa il blocco dei contratti imposto dalla manovra Tremonti e lo si assume come un evento ineluttabile che imporrebbe di accettare qualsiasi ricatto intervenendo anche sui rinnovi del biennio 2008-2009, sostenendo che bisognerebbe spicciarsi a firmare un contratto (uno qualsiasi?) che dovrebbe essere applicato entro dicembre. Ci si dimentica però di dire ai lavoratori che il comma 17 dell’art. 9 del decreto 78/2010 testualmente recita: «Non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali relative al triennio 2010-2012».
Dove sta il rinnovo 2008-2009 in tutto questo? Si crea l’equazione “conflittualità = perdita di tempo” e ci si dimentica che la conflittualità, più o meno evidente, è insita nel concetto stesso di “contratto”, che è quel momento in cui due o più volontà – libere ed autonome – trovano la sintesi delle loro antitetiche aspettative. Si cerca di far passare per “senso di responsabilità” quella che è solo supina acquiescenza alle scelte della controparte e con l’ipocrita riferimento alla crisi economica si giustifica l’atteggiamento di chi non contratta, ma ratifica.
Il ruolo delle rappresentanze sindacali non è disinformare i lavoratori o convincerli alla rassegnazione, ma è tutelare, con la negoziazione, i loro interessi e i loro diritti, condividere con essi le decisioni e le azioni necessarie a farle valere. Noi rivendichiamo questo ruolo che si traduce nella stipula dei contratti. È giusto firmare il prima possibile, ma è essenziale firmare buoni contratti e, se proprio non c’è altra via, e non si può fare presto e bene, preferiamo almeno fare bene.
Le segreterie regionali Fp-Cgil, Uil-Fpl, Cisal, Ugl, Csa