Comparto unico, cronaca di un fallimento

Vogliono intervenire di nuovo per legge al posto di trovare una quadra sul tavolo del contratto del comparto unico? Sarebbe la dimostrazione del fallimento di questa giunta e di questa maggioranza. Un nuovo intervento legislativo infatti non potrà che essere accompagnato dalle contestuali dimissioni del presidente della delegazione trattante Mareschi e dell’assessore Garlatti.
Il primo per non essere stato capace nemmeno di clonare la divisione sindacale dal modello nazionale che vede la Cgil da sola a difendere le proprie posizioni, ma anzi avendo creato un “paradosso sindacale” che vede quattro organizzazioni sindacali con le più diverse provenienze stare assieme concretamente e  caparbiamente sul merito delle questioni contrattuali. L’aver permesso, anzi spinto come presidente della delegazione trattante in barba ad una legge, che una parte minoritaria di sindacati sottoscrivesse una proposta dalla quale ora “comprensibilmente” non si vuole scostare anche a danno dei lavoratori che potrebbero e dovrebbero avere di più da questo contratto, da solo sarebbe un motivo di dimissioni, senza aggiungere i quasi 6.000 euro in telefonate in un solo biennio mentre l’Areran non era nemmeno operativa, questione questa dei quali tutti sembrano voler dimenticarsi. Ah certo, la casta!
Il secondo poi, Garlatti, che in questi anni di mandato ben pagato da assessore esterno non ha saputo utilizzare la formidabile macchina che ha a disposizione, il comparto unico, per fare quelle riforme sulle quali questa maggioranza è solo capace di pontificare.
Dimissioni, sì è questa la parola giusta. Se non sai trattare, non sai usare le potenzialità di una splendida macchina che ci stai a fare? Impotenti contrattualmente, dicevamo, e costretti ad usare leggi come fossero viagra. Ma la soddisfazione non arriva comunque: non arriva per i lavoratori che con più competenze e meno colleghi (- 500 in soli 3 anni) fanno funzionare i servizi che i loro stessi assessori denigrano e mortificano, e non arriva per gli amministratori, che mese dopo mese misurano un clima di allontanamento e sfiducia da parte dei lavoratori, sempre più spinti verso una deriva di pressapochismo, invece del fiero orgoglio del lavoro per la comunità.
Chi ha il sospetto ha il difetto, e poco ci importa quindi che il consigliere Colautti mentre accusa altri di retro pensieri, da tempo sta accarezzando l’idea di una poltrona assessorile (forse proprio quella di Garlatti) in un autunnale rimpasto: sono beghe interne alla maggioranza che non dovrebbero avere riflessi su un contratto che riguarda 15mila persone.
Un assessore veramente interessato alla macchina pubblica, una delegazione trattante che tratti e non dia ultimatum: questo è ciò di cui la trattativa ha bisogno, se poi proprio vi scappa di fare leggi in materia di personale e di lavoro pubblico, fatene una, e una soltanto, che da domani stabilizzi le centinaia di lavoratori precari che in tutti gli enti del comparto unico ogni giorno e senza prospettive lavorano per dare quei servizi per i quali i cittadini vi hanno votato.

Mafalda Ferletti, segretaria generale Fp-Cgil Fvg


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