Comparto unico, conto alla rovescia verso la stretta finale

«Abbiamo già  definito quasi tutto, adesso però occorre
parlare di soldi sul concreto». Questa la sfida che la segretaria regionale
della Funzione pubblica Cgil, dalle pagine del Gazzettino, lancia all’Anci e alla Regione in vista della stretta finale
della trattativa sul rinnovo contrattuale del comparto unico. In ballo, come
noto, la definizione della partita sulla produttività , alla quale verrà 
destinato, in base alla pre-intesa firmata già  lo scorso anno, il 10% delle
risorse complessive da stanziare per il rinnovo contrattuale.
Posto che il 90%
andrà  a salario strutturale, spiega ancora Ferletti, prima di scrivere il
capitolo finale della trattativa si tratta anche di attendere il via libera
definitivo da Roma sulle norme in materia di personale approvate dalla Regione.
Dovranno, in sostanza, scadere i 60 giorni di tempo entro i quali il Consiglio
dei ministri ha facoltà  di impugnare le leggi regionali: dal momento che quella
in questione, la legge di assestamento di bilancio (31/2017) è stata pubblicata
sul Bur il 9 agosto scorso, il termine per l’impugnazione scadrà  il prossimo 9
ottobre.
Se il Governo non rimanderà  la norma al mittente, dal 10
ottobre le parti potranno tornare a sedersi al tavolo per chiudere, come conferma – sempre al Gazzettino – anche l’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin. Con un
unico nodo da sciogliere, relativo, come detto, all’utilizzo della quota
destinata alla produttività . Definita questa partita, il nuovo contratto potrà 
essere sottoscritto, sbloccando il pagamento dell’incremento contrattuale pieno
(al livello medio si tratta di 85 euro, 65 dei quali già  erogati a titolo di
acconto) e dei relativi arretrati, che potranno essere erogati solo dopo la
firma conclusiva.