Casa di riposo di Ronchi, perché la Cgil dice no alla privatizzazione

In merito alla Casa di Riposo Corradini di Ronchi dei
Legionari la preoccupazione delle nostre organizzazioni è sempre stata
incentrata sul mantenimento della qualità  dei servizi ai cittadini con delle
buone condizioni di lavoro dei dipendenti. Siamo contrari alle privatizzazioni
da sempre non solo nelle case di riposo, anche negli altri servizi comunali,
dove sempre più spesso i dipendenti comunali vengono “sostituiti” con personale
di cooperativa. Questo avviene inevitabilmente abbassando la qualità  del
servizi ma mantenendo o addirittura aumentando i costi per la collettività .
Cose che abbiamo sempre combattuto e denunciato.
Vogliamo precisare che gli operatori di cooperativa sono
qualificati e preparati come i dipendenti comunali che sono andati a sostituire
con la piccola differenza che sono pagati forse la metà  e hanno un lavoro molto
più precario, soggetto a cambi di datore di lavoro, riduzione di orari e di
stipendio, mentre il costo degli appalti rimane comunque paragonabile se non
superiore a quello che costerebbe assumere un educatrice o una Oss con un
normalissimo concorso pubblico.
Le stesse cooperative non sono tutte uguali nel
loro modo di intendere la loro missione sociale e di trattare i propri soci
lavoratori.
Gli ospiti delle case di riposo sono i nostri nonni, quelli
che rimangono soli perché non gli riusciamo più ad accudire, spesso non
autosufficienti e a cui andrebbero garantito di poter vivere il tempo che resta
con dignità  e sostegno. Quello che chiediamo al comune di Ronchi è a monitorare
e risolvere ogni problema che riguarda i servizi affidati all’esterno, alle
cooperative, in particolare verificando la qualità  di quelli forniti ai
soggetti deboli, anziani e bambini, ed a intervenire per le criticità  che
sembrerebbero esistere nella gestione della Casa di Riposo Corradini.
Segreterie provinciali Fp-Cgil e Spi-Cgil Gorizia