«Caro assessore, denigrare il sindacato non le fa onore»

Caro Assessore Riccardi,
un paio di giorni fa ha risposto su un quotidiano al Responsabile sanità  della Fp Cgil di Pordenone, Pierluigi Benvenuto, che faceva una legittima critica sulle continue esternalizzazioni di parti della sanità  pubblica del Fvg da lei temporaneamente guidata, dicendo (ricopio le testuali parole apparse sul giornale): «Con Bandiera Rossa e Bella ciao non si risolvono i problemi».
Devo confessarle che da tanto tempo ormai i compagni e le compagne della Fp Cgil non ascoltano Bandiera rossa ma Bella ciao sì! La cantiamo e ascoltiamo spesso e, io non so se lei sappia cantare per cui non pretendo questo, credo dovrebbe ascoltarla un po’ di più anche lei per ricordare che siamo donne e uomini liberi grazie a chi ha sacrificato la propria vita e quella canzone li descrive molto bene. Denigrare non è mai una bella cosa, ma capisco che può starci nella “lotta” politica, mentre il suo intento di screditare, perché a questo era mirata la sua battuta, un’Organizzazione sindacale che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori del Ssr che lei ha l’onere di guidare, beh diciamo pure che non le fa onore. Anche perché quello che diciamo è vero. Mai come in questi ultimi anni si è visto accelerare un processo di esternalizzazione cominciato ormai da tempo già , dai suoi predecessori facenti parte di uno schieramento politico opposto al suo. Noi abbiamo sempre criticato queste scelte ma pare evidente che, maggiori sono le scelte che noi reputiamo dannose per la collettività , maggiori saranno le nostre critiche. Il pericolo è di minare alle fondamenta un sistema sanitario che assicura comunque, con i limiti che ha, il diritto alla salute.
Tutelare questo presidio per noi è un dovere e dovrebbe esserlo anche per lei che è un amministratore della Res Publica. Noi non abbiamo un pregiudizio sulla sanità  privata, abbiamo lavoratori e lavoratrici iscritti anche in quel settore: un ambito che ci ha messo ben quattordici anni a rinnovare il proprio Ccnl e l’ha fatto con l’aiuto di risorse pubbliche. Una parte di sanità  che per noi deve rimanere un’integrazione al sistema pubblico, non sostituirsi a esso. Il problema delle liste d’attesa affligge tutti i cittadini e cittadine del Fvg, in altre parole di quella regione che quasi cinque anni fa ha scelto il suo schieramento politico per risollevare il SSR dopo la riforma del centro-sinistra. Da quello che però noi sentiamo, sia come categoria dei lavoratori e lavoratrici, sia da parte della categoria che rappresenta maggiormente gli utenti del SSR, i pensionati, la situazione non è granché migliorata, neanche dopo i venti milioni che lei ha dato in più alla sanità  privata l’estate del 2021, proprio per ridurre le liste d’attesa. L’effetto miracolo non c’è stato. E poi fare queste battute, mi permetta di dirlo, di bassa lega per colpire i rappresentanti di chi lavora nel sistema da lei presieduto, dopo tutti i loro sforzi, l’abnegazione, il senso del dovere, offende anche loro.
Vediamo i numeri degli operatori del Ssr. Prendiamo le tre aziende grandi escludendo Arcs, azienda prevalentemente amministrativa, Burlo e Cro che hanno un target d’utenza specifico. Al 31 dicembre 2018, anno in cui non c’era nemmeno il sospetto che potesse esistere il Covid, i dipendenti (a tempo indeterminato e determinato) delle tre aziende erano 18.760; al 31 dicembre 2021 erano 18.816 (56 in più); al 31 maggio 2022, 18.790 SOLO 30 dipendenti più del 2018.
Siccome nel mezzo c’è stata una pandemia, vuol dire che il numero del personale in servizio in questi anni devastanti è stato lo stesso che negli anni “normali” dove già  c’erano diversi problemi. Il SSR è uscito, speriamo, da questa enorme prova con un saldo positivo di sole trenta unità  e poi ci chiediamo perché gli operatori che possono, scappano dal Ssr di cui lei è alla guida. Certo, il personale è difficile da recuperare però adesso e nella seconda parte della pandemia. Prima questo problema non c’era. Se poi parliamo di Oss la formazione spetta a lei, di concerto con l’assessorato alla formazione. E anche sulle professioni sanitarie, il fabbisogno lo definisce la Regione, cioè  lei, quindi aveva e ha gli strumenti per correggere questa situazione.
È interessante come poi faccia annunci per la formazione di 400 infermieri di comunità : la scelta è giustissima, è in linea con il Pnrr, però dove si troveranno se queste figure, come ripete ogni volta che le chiediamo di assumere, non ci sono? È vero, possiamo incolpare lo Stato. Vedremo se le cose miglioreranno con il nuovo governo. Io e la mia categoria lo auguriamo, perché il sistema sanitario pubblico deve essere salvaguardato in modo convinto e concreto. Tutto questo per dirle che, invece di cercare di criticare un’Organizzazione sindacale con battutine fin troppo scontate, sarebbe meglio cercare il dialogo con chi rappresenta le lavoratrici e i lavoratori perché, in fondo, dovrebbe avere lo stesso nostro obiettivo: un sistema sanitario regionale pubblico che dia risposte alle persone che vivono in questa regione.
Orietta Olivo, segretaria generale Fp Cgil Fvg