Buoni pasto, la Cgil pungola Serracchiani sulla destinazione dei risparmi

(dal Piccolo – Regione) «Debora Serracchiani venga il 20 febbraio a confrontarsi con la Cgil sul reddito di inserimento». Quel giorno, ricorda Franco Belci nel rivolgere l’invito alla governatrice, ci sarà  pure Susanna Camusso. Il segretario della Cgil interviene dopo aver appreso che Serracchiani ha accolto la richiesta del sindacato di avviare una discussione sul tema. «Un fatto positivo». E ne approfitta per ribadire la sua proposta: «Non abbiamo mai pensato a uno strumento universale, né assistenziale, ma a un beneficio destinato ai giovani che intendono entrare nel mercato del lavoro, ai precarie e ai lavoratori che abbiano esaurito gli ammortizzatori, ridotti dai provvedimenti del governo». Si può fare perfino «con investimenti contenuti», secondo Belci. Anche se «non sono sufficienti, gli attuali 10 milioni costituiscono un segnale positivo e al quale andrebbero aggiunti circa 4 milioni derivanti dai risparmi sui buoni pasto dei dipendenti regionali». Qualora mancassero fondi, «si dovrebbe pensare a meccanismi di selezione che favoriscano innanzitutto i soggetti più deboli». Sul tema dei buoni pasto ritorna anche la segreteria Cgil Fp dei dipendenti regionali. «Serracchiani ha affermato che “non si governa per il consenso, ma per fare scelte giuste” – si legge in una nota -. Noi ricordiamo alla presidente che è parimenti vero che si governa solo con il consenso e che quello dei sindacati al buono mensa c’è stato a precise condizioni che prevedevano l’accordo su criteri e modalità  di erogazione e la destinazione delle economie (3.475.000 euro dal 2015 al 2017) a interventi di politica sociale. Giusto che queste attese siano rispettate. Come giusto che la Regione concluda subito con la Rsu la trattativa sul premiale maturato che i lavoratori attendono da quattro anni». (m.b.)