Azienda unica, Tondo calcia la palla in tribuna

Con l’idea dell’Azienda unica territoriale, Tondo lancia il pallone in tribuna. Il tema proposto dal presidente rischia di diventare il tormentone autunnale che coinvolgerà una parte dei “giocatori” della politica spinti all’inseguimento del pallone sugli spalti, lasciando sguarnito il vero campo di gioco: quello della qualità dei servizi di cura ed assistenza del nostro welfare regionale.
Quel difficile terreno di gioco – quello in cui si incide sulla vita reale della popolazione regionale – è lasciato al suo destino dalla Giunta regionale. Giunta che, in silenzio o quasi, comprime con i tagli le prestazioni offerte dagli ospedali e dai distretti ai bisogni di cura e assistenza e si rifugia invece, suonando la grancassa, in un’astratta discussione sul numero delle aziende: una, due, tre e via di questo passo.
Ma guardiamo comunque da vicino la traiettoria del pallone azienda unica lanciato dal presidente-calciatore. Due cose vanno subito dette. La prima. La Giunta ha già trasformato la Direzione regionale sanità in una specie di bunker isolato da cui partono le staffette di Kosic, che portano circolari e ordini alle aziende tagliandole sostanzialmente fuori dal circuito delle decisioni e facendole anche girare a vuoto. È esemplare il corto circuito sugli organici delle Aziende. La Direzione ha prima disposto che ogni azienda costruisse gli organici 2011 in base a complessi parametri e piani di lavoro e poi – a lavoro fatto – ci è passata sopra con il trattore bloccando le piante organiche ai numeri del 2010: quelli con 500 operatori in meno!!
La seconda cosa. L’idea di un’unica azienda territoriale, al posto delle sei attuali, ha un esito sicuro. La creazione di un bunker bis lontano dai territori, eperciò senza capacità di capire i bisogni e di individuare le risposte utili ai cittadini.
La Giunta continua così sulla strada che ha scelto da tempo: mettere ai margini delle decisioni, in un crescendo rossiniano, le associazioni, i professionisti e anche i sindaci degli oltre duecento comuni del Friuli Venezia Giulia. Adesso è il turno delle Aziende territoriali. L’obiettivo sembra chiaro: decidere in pochi, anzi pochissimi. Decidere cosa? Tagli, tagli e ancora tagli. Sono i tagli, non il numero delle aziende, il problema gigantesco del welfare della nostra regione. I tagli ai servizi e al personale. I tagli al diritto di formazione di migliaia di operatrici e operatori che lavorano nelle case di riposo e reclamano da anni di diventare operatori sociosanitari.
Lasciamo perdere il pallone di Tondo. Torniamo invece sul campo di gioco e investiamo, n modo serio e selettivo, sulle assunzioni di infermieri e non solo e sulla formazione. Queste sono le cose che contano!
La segreteria regionale Fp-Cgil