Comparto unico, servono più risorse

«Per i contratti di lavoro serve l’accordo di entrambe le parti. Le risorse, invece, le stanzia soltanto il datore di lavoro. L’assessore Roberti, curiosamente, vorrebbe firmare senza un accordo coi sindacati. E addossa loro le colpe per il mancato stanziamento in bilancio. Inverte i fattori, in sostanza, e in questo caso il prodotto cambia, perché al momento non c’è alcuna ipotesi di contratto». Orietta Olivo, segretaria generale della Fp Cgil Friuli Venezia Giulia, commenta così l’annunciato ritiro, da parte dell’assessore, dell’emendamento di spesa relativo al rinnovo 2022-2024 del comparto unico. «In questo momento – chiarisce Olivo – non esiste alcun pezzo di carta che abbia il titolo contratto 2022-24. E non esiste, per quanto ci riguarda, perché abbiamo sempre rigettato l’ipotesi di un aumento economico al 6%, a fronte di un’inflazione che nell’arco contrattuale è stata superiore al 15%. Vero che nell’ultimo incontro, datato 9 luglio, ci è stato prospettato un incremento al 7,5%, con un 2% aggiuntivo a titolo di welfare, ma è un aumento che non tutela il potere di acquisto dei lavoratori, sia pure superiore alla percentuale prevista a livello nazionale. Un passo avanti che abbiamo riconosciuto, pur mantenendo le nostre riserve, espresse all’assessore sia al tavolo di trattativa sia nei colloqui informali degli ultimi giorni».
Ecco perché la Cgil rispedisce al mittente le critiche dell’assessore, «dettate da strumentalità e arroganza», commenta Olivo. «Ci siamo sempre seduti al tavolo – prosegue Olivo – portando proposte messe nero su bianco. Se la Giunta pretende di chiudere con un aumento insufficiente sulla parte salariale e senza nessun miglioramento sui contenuti normativi, non può nascondersi dietro ai rilievi della Corte dei Conti o, peggio, scaricare le responsabilità sulla controparte, dividendo i sindacati tra buoni e cattivi. C’è una trattativa in corso: la Fp-Cgil non ha mai opposto no pregiudiziali, chiede risorse adeguate e dirà di sì quando si troverà di fronte a una proposta accettabile, sia sotto il profilo salariale che su quello normativo».